Chi è davvero Edgar Blackwood?
Molti lettori mi hanno chiesto da dove nasca questo personaggio cupo, tormentato, solitario. C’è chi lo ha paragonato a Sherlock Holmes, chi a Van Helsing, chi a un detective decadente uscito da un romanzo di Poe. La verità è che Edgar Blackwood non nasce da un solo volto, ma da molte ombre. Alcune reali, altre letterarie. Tutte profondamente umane.
Un detective figlio del proprio tempo
Blackwood vive nella Londra del 1888, tra nebbie e lampioni a gas, poco dopo i delitti di Jack lo Squartatore. È un uomo che crede nei fatti, ma che ha imparato – a sue spese – che non tutto può essere spiegato con la ragione. A differenza di altri ispettori del suo tempo, ha visto ciò che si cela oltre la superficie delle cose: possessioni, sette, oggetti maledetti. Ed è sopravvissuto.
In lui si fondono la disciplina dello scienziato e l’intuizione dell’occultista. È un razionalista che si è sporcato le mani con il sovrannaturale. È l’uomo moderno che guarda in faccia l’abisso, e continua a camminare.
Le ispirazioni letterarie
Blackwood è, senza dubbio, figlio di una lunga tradizione narrativa. Nella sua mente acuta e nei suoi metodi d’indagine riecheggiano le orme di Holmes. Ma a differenza del grande detective, Edgar non è immune al dubbio, all’angoscia, alla fragilità. Ha amato, ha perso. E porta con sé il peso dei fantasmi che ha incontrato.
Al tempo stesso, in lui si riflette l’archetipo dell’investigatore esoterico: un personaggio caro alla letteratura gotica, che non indaga solo su delitti, ma su verità proibite. In questo senso, Blackwood può essere visto come un erede spirituale di Carnacki, di John Silence, e persino di Abraham Van Helsing.
L’umanità dietro l’oscurità
Nonostante l’aura misteriosa, Blackwood resta un uomo. Ha abitudini precise, manie, un’insonnia cronica, un gusto per i sigari economici e per i libri antichi. Ha amici fedeli (come Declan O’Connor o il sergente Monroe), e nemici che lo conoscono nel profondo.
Il suo dolore non è spettacolare, ma profondo e silenzioso, come i pozzi che esplora nei suoi casi. Non cerca vendetta. Cerca risposte. E forse, nel cuore di ogni indagine, cerca anche una redenzione personale.
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