La Londra Vittoriana dei miei romanzi: realtà, fantasia e suggestione


Molti lettori mi chiedono quanto ci sia di vero nell’ambientazione dei miei romanzi. La risposta è semplice: tutto… e niente.

Sì, perché la Londra che incontrate tra le pagine dell’Archivio Blackwood nasce da una fusione accurata tra ricostruzione storica e immaginazione gotica. Passeggiare con Edgar Blackwood tra le nebbie di Limehouse, o attraversare i corridoi silenziosi di una casa signorile a Kensington, significa entrare in un mondo dove la documentazione e l’atmosfera si fondono senza soluzione di continuità.

Un tempo sospeso tra 1888 e l’eternità

La mia Londra è quella del 1888, ma non quella da cartolina. È una città che pulsa nel fango, nei vicoli dimenticati, nei sussurri dei quartieri dove la modernità fatica ad avanzare. Dove i lampioni rischiarano più ombre che volti, e il confine tra superstizione e verità è sottile come una lama.

Ogni luogo che descrivo esiste o potrebbe esistere. Ho letto vecchi giornali, mappe, atti ufficiali, ma anche testimonianze popolari, leggende urbane, documenti dell’epoca e lettere personali. Lì dove il documento tace, interviene l’immaginazione.

I luoghi che ritornano

  • Limehouse, con le sue lanterne giallastre, i moli nascosti e le voci confuse nelle bettole.
  • Kensington, elegante ma attraversato da silenzi troppo perfetti.
  • Soho, con il suo cuore doppio: mondano in superficie, inquieto nei sotterranei.
  • E poi le cripte, gli archivi, le chiese sconsacrate e le stanze dove il tempo sembra non passare mai.

Tutto è progettato per costruire un mondo coerente, dove ogni casa, ogni simbolo, ogni rituale ha una sua storia. Una mappa invisibile che si compone libro dopo libro.

Realtà o finzione?

La verità è che ogni elemento nasce da una domanda: e se fosse andata davvero così?
È questa la forza del gotico: prendere la realtà e piegarla fino a farle sussurrare qualcosa di più oscuro, più inquietante… ma anche più profondo.


Se hai letto uno dei miei romanzi, forse ti sei già perso in questa Londra. Se non l’hai ancora fatto… i lampioni sono accesi. Ti aspetto tra le ombre.


IL CARNEFICE DEL SILENZIO
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