L’infanzia nell’universo gotico dell’Archivio Blackwood
C’è qualcosa di profondamente inquietante nei giochi dei bambini. Una corda che gira e gira nel cortile, una ninna nanna ripetuta a bassa voce, un disegno grezzo inciso nel fango. Sono gesti semplici, antichi, ma quando li si osserva nel contesto giusto — o sbagliato — diventano tutt’altro: rituali in miniatura, portali verso ciò che abbiamo dimenticato di temere.
Nel mondo di Edgar Blackwood, i bambini non sono solo vittime o testimoni. Sono custodi inconsapevoli di antichi poteri, strumenti — o resistenze — del male. E i giochi che usano, le filastrocche che recitano, i simboli che tracciano, spesso non sono invenzioni innocenti, ma ripetizioni inconsapevoli di liturgie sepolte.
Il Cerchio, il Nodo, la Spirale
Molti racconti dell’Archivio Blackwood iniziano con qualcosa di piccolo: un disegno tracciato sul pavimento da una bambina muta (“Il Sussurro del Pozzo”), un nodo intrecciato con spago e capelli, o un cerchio segnato con la cenere da un gruppo di bambini di strada.
In ogni caso, si tratta di forme ricorrenti, archetipi potenti. Nel folklore europeo, il cerchio protegge — o imprigiona. Il nodo sigilla — o lega un’anima. La spirale conduce — ma non sempre si sa dove.
Il gioco dei bambini diventa un’evocazione inconsapevole. Forse imitano ciò che hanno visto. Forse ricordano ciò che è stato dimenticato. Ma la forma resta. E la forma, nel gotico, è significato.
Ninnenanne e Filastrocche
Alcune delle frasi più inquietanti dell’intera saga di Blackwood non sono dette da cultisti o assassini. Sono canticchiate da bambini. Frasi in latino, versi spezzati, richiami a “colei che abita sotto la soglia”.
Non è un’invenzione. In molte tradizioni popolari, le ninnenanne contengono minacce o invocazioni. Non per crudeltà, ma per memoria. Ricordare al bambino cosa c’è fuori. O cosa è già dentro.
Oggetti Maledetti, Simboli Per Dimenticare
Un carillon trovato sotto un letto. Un pupazzo con cuciture straniere. Un diario infantile scritto con grafia adulta.
In L’Archivio Blackwood – Volume II: I Racconti, questi oggetti non sono solo cornici narrative, ma veri e propri nodi della storia.
Il giocattolo non serve a giocare.
Serve a contenere.
Serve a proteggere.
Serve a sigillare.
Ma cosa succede quando un oggetto si rompe, viene gettato, o semplicemente dimenticato?
L’Infanzia come Soglia
Ciò che spaventa nei giochi e nei simboli infantili non è il loro contenuto, ma la loro sopravvivenza.
Come fanno a rimanere, identici, nei secoli? Perché certe cantilene non spariscono? Perché i bambini, ancora oggi, tracciano spirali nella polvere o ripetono i gesti delle mani che si intrecciano?
Forse non è solo memoria culturale.
Forse qualcuno li osserva, da dietro il velo.
E li guida.
E li ascolta.
Vuoi scoprirne di più?
Nel mondo dell’Ispettore Blackwood, i segreti più antichi non si leggono in un libro, ma si sussurrano in una strada secondaria, in una cantina dimenticata, in un gioco infantile che non dovresti ripetere.
Ti senti pronto a guardarci dentro?
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