Una scena tagliata dalla storia de Le Ombre di Whitechapel, per voi:
Il rumore dei passi era troppo ritmico per essere casuale.
Blackwood si fermò all’incrocio tra Hanbury Street e una traversa che, ufficialmente, non esisteva.
La pioggia sottile disegnava cerchi nella pozzanghera ai suoi piedi. Il gas dei lampioni sfrigolava.«Secondo voi è un trucco mentale?» sussurrò il dottor Watson, osservando il muro annerito davanti a loro.
«No,» rispose Blackwood. «È qualcosa che non vuole farsi trovare. Ma che non riesce nemmeno a nascondersi del tutto.»Con la punta del bastone, sollevò una grata cigolante.
Un odore salmastro, mescolato a qualcosa di dolciastro e corrotto, salì dalle viscere della città.
Watson si voltò appena. «State per entrare là sotto davvero?»
«Sono già dentro, dottore. Dal momento in cui ho letto quel simbolo.»Scese.
Due gradini, poi altri tre.
E sotto… silenzio. Ma non il silenzio dei vivi che dormono.
Il silenzio dei luoghi che ricordano.
