Nel cuore fumoso della Londra vittoriana, tra vicoli infestati dalla nebbia e dal terrore, si muove una figura inconfondibile: l’ispettore Edgar Blackwood.
Protagonista del racconto Le Ombre di Whitechapel – Il Segreto del Sangue Immortale, Blackwood incarna l’anima più tormentata e affascinante del detective gotico.
Chi è Edgar Blackwood?
Ex soldato dell’esercito britannico, veterano della guerra di Crimea, Blackwood è sopravvissuto a orrori indicibili, riportandone non solo cicatrici fisiche ma anche profonde ferite interiori. Al ritorno a Londra, decide di dedicare la sua vita alla giustizia, entrando a far parte della Polizia Metropolitana.
Ma Blackwood non è un uomo come gli altri.
Schivo, ruvido nei modi, si porta addosso il peso di un passato di violenze e perdite. Il suo sguardo d’acciaio, il pugno facile ereditato dagli anni da pugile di strada, e i sigari economici che non abbandona mai, sono i suoi tratti distintivi. Eppure, dietro l’aspetto burbero si nasconde un’intelligenza acuta, un senso dell’onore incorruttibile e un’insaziabile sete di verità.
Un eroe imperfetto
A differenza dei classici investigatori, Edgar Blackwood non si lascia incantare da teorie astratte o dall’autocelebrazione.
In un’epoca in cui l’apparenza spesso conta più della sostanza, lui è l’antitesi del funzionario di facciata: preferisce la strada agli uffici, l’azione alla politica.
Questo suo atteggiamento gli procura l’inimicizia dei superiori, in particolare dell’ispettore capo Harrington, e lo rende un outsider all’interno della stessa Scotland Yard.
Il tormento come forza
Ciò che rende Blackwood un personaggio indimenticabile è proprio il suo rapporto con l’oscurità.
Non combatte solo i mostri che si annidano nei bassifondi di Whitechapel: ogni giorno deve affrontare anche i suoi demoni interiori — l’incubo della guerra, la perdita, il senso di colpa.
Eppure, invece di soccombere, usa questo tormento come arma.
La sofferenza affina i suoi sensi, alimenta la sua determinazione.
Blackwood non cerca redenzione: cerca giustizia, a qualunque costo.
Il cuore sotto l’armatura
Seppure riluttante a mostrare emozioni, l’amicizia profonda con il sergente Declan O’Connor rivela un lato più umano di Blackwood: quello di un uomo capace di lealtà assoluta e di un silenzioso, doloroso bisogno di legami autentici.
Il loro rapporto è uno dei fili emotivi più forti del racconto.
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Edgar Blackwood è più di un semplice investigatore:
è l’ultimo baluardo contro l’orrore che striscia tra le ombre di Londra.
Ed è proprio la sua imperfezione a renderlo così reale, così vivo — un eroe stanco ma ancora in piedi, pronto a sfidare l’impossibile.
