Il suono dell’orrore


Playlist gotica per scrittori (e lettori) dell’Archivio Blackwood

Certe storie hanno bisogno del silenzio.
Altre, invece, chiedono un sottofondo.

Quando scrivo, non cerco solo la parola giusta: cerco la vibrazione giusta.
Una nota, un riverbero, un battito sommesso come un cuore nascosto sotto il pavimento (grazie Poe).
E così, negli anni, ho costruito una playlist gotica personale, fatta di brani che si adattano alle atmosfere cupe e vittoriane dell’Archivio Blackwood.

Ecco alcune delle tracce che ascolto davvero, mentre scrivo o rileggo. Provale anche tu mentre leggi Il Vangelo delle Ombre o Il Carnefice del Silenzio.


1. “Dies Irae” – Mozart / Verdi / Gothic versions

L’ira divina ha sempre un posto d’onore in ogni possessione.
Perfetto per le scene rituali o per quando la luce tremola e i simboli si risvegliano.


2. “Foggy Streets of London” – Gothic instrumental

Brani ambient ispirati alla nebbia e ai vicoli. Cercali con queste parole chiave su YouTube o Spotify:
“Dark Victorian London ambient” / “Gaslight music”
Ideale per i momenti in cui Blackwood cammina da solo, sigaro in bocca e ombre alle spalle.


3. “Omen” – The Omen Soundtrack / Jerry Goldsmith

Un classico che mette i brividi già dalle prime note.
Sconsigliato a cuori deboli. Ottimo per le rivelazioni finali o le apparizioni.


4. “Ritual” – Wardruna / Dead Can Dance / Nox Arcana

Musica etnica o liturgica reinterpretata in chiave oscura.
Ti farà pensare a candele accese, simboli tracciati col sangue, e libri che non dovrebbero essere letti.


5. “Mors Vincit Omnia” – Dark academic piano playlist

Una selezione di brani pianistici cupi ma malinconici.
Perfetta per scrivere o leggere quei passaggi in cui la morte non fa paura, ma sembra quasi un sollievo.


Vuoi un’esperienza ancora più immersiva?

Apri Il Vangelo delle Ombre, metti le cuffie, e prova a leggere a lume di candela.

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Librerie, tomi e codici – I libri dentro i miei libri


Nel cuore dell’universo narrativo dell’Archivio Blackwood non ci sono solo omicidi rituali, sette oscure e simboli indecifrabili. C’è qualcosa di più antico, più fragile e allo stesso tempo più potente: i libri.

Spesso, nei miei racconti, i libri non sono semplici oggetti di scena. Sono strumenti di potere, portatori di verità scomode, porte verso l’indicibile. A volte bastano poche righe vergate su pergamena per cambiare il corso della storia. Altre volte, è la sola esistenza di un volume proibito a far vacillare la mente di chi lo trova.

Ecco alcuni dei volumi più emblematici comparsi nei miei romanzi.


Il Vangelo delle Ombre

Il più noto e allo stesso tempo il più temuto. Non è solo il titolo di un libro: è un oggetto reale nel mondo di Blackwood, un manoscritto rilegato in pelle annerita, segnato da croci antiche e lettere consumate. Le sue pagine non sono tutte leggibili. Alcune mutano, altre scompaiono. È un libro che sceglie chi può leggerlo, e che cambia chi osa farlo.


Il Diario di Vivian Ashcroft (Racconto inedito non ancora pubblicato)

Comparso ne Le Ultime Stanze di Millburn Asylum, è un quaderno pieno di schizzi, poesie deliranti e pagine strappate. Ma ogni frammento custodisce indizi sottili. Le sue annotazioni, scritte con grafia sempre più irregolare, raccontano una discesa nell’incubo. Un diario che è anche un testamento.


Codex Inversus

Citato di sfuggita in più racconti, si dice sia un libro scritto al contrario, da destra a sinistra, le cui frasi diventano comprensibili solo se lette allo specchio. Alcuni credono sia solo leggenda, altri che sia il testo originale da cui nacquero i rituali della Muta dei Santi. Nessuno sa dove si trovi. Forse è meglio così.


Lettere Nere

Non un libro, ma un insieme di messaggi mai spediti, raccolti in un fascicolo rilegato in cuoio, rinvenuto in un convento sconsacrato. I mittenti? Bambini scomparsi. I destinatari? Nessuno. Le parole? Piene di simboli, giochi fonetici, paure infantili. Un libro che non parla a chi lo legge, ma a chi lo ascolta.


Archivio B – Sezione Eretica

Nascosto tra i dossier ufficiali di Scotland Yard, questa sezione è ufficialmente inesistente. Ma esiste. È lì che Blackwood custodisce i casi più anomali, i documenti più impuri, le prove che nessun tribunale accetterebbe, ma che nessuna coscienza dovrebbe ignorare.

In un mondo dove la verità è spesso sepolta sotto veli di cenere e sangue, i libri restano testimoni silenziosi. Ma attenti: nei miei racconti, leggere può essere pericoloso. Perché alcune pagine non si limitano a raccontare. Alcune… osservano.


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Il Male nei vicoli: perché la Londra vittoriana è perfetta per l’horror gotico


C’è un’oscurità che non ha bisogno di mostri per far paura. Basta la nebbia, il silenzio, un lampione che trema nel vento. Londra, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, è stata il palcoscenico ideale per ogni storia di orrore, mistero e occultismo. Ma perché proprio questa città, in questo periodo storico, continua a evocare brividi e fascino?

✦ Nebbia, gas e decadenza

Il cuore della capitale vittoriana batteva al ritmo delle lanterne a gas, dei cavalli che scalpitavano sul selciato umido, delle urla lontane nei vicoli. Non è un caso se molte delle storie più celebri del terrore gotico — da Dracula a Jekyll e Hyde, ai fantasmi del Tamigi — siano nate qui. Londra era viva, ma soprattutto vibrava di un’energia ambigua, contesa tra progresso e superstizione.

✦ La paura del cambiamento

L’era vittoriana fu un’epoca di grandi trasformazioni: scoperte scientifiche, rivoluzioni industriali, nuove teorie religiose e filosofiche. Ma con il cambiamento arrivarono anche il timore, la perdita di certezze, l’idea che qualcosa di antico e oscuro stesse per essere risvegliato. È su queste crepe che si innestano molte delle storie gotiche: il Male non è mai lontano, è solo in attesa.

✦ L’Archivio Blackwood e l’eco dell’oscurità

Ne Il Vangelo delle Ombre, seconda opera dell’Archivio Blackwood, ho voluto spingere ancora di più su questo senso di smarrimento e angoscia. L’ambientazione — Londra, dicembre 1888 — non è un semplice sfondo, ma una creatura vivente, fatta di scricchiolii, fumi, sguardi invisibili. I vicoli parlano. Le case tacciono. E il confine tra fede e follia si dissolve tra le pagine.

Se amate l’atmosfera decadente, i misteri senza tempo e le ombre che parlano, Il Vangelo delle Ombre vi condurrà proprio lì: dove la luce dei lampioni non arriva mai.

La campagna è ancora attiva! Manca poco al secondo traguardo che anticiperà la pubblicazione.
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Crowdfunding: dietro le quinte di una campagna editoriale


Quando si parla di campagne di crowdfunding per un libro, molti pensano solo a numeri, obiettivi da raggiungere e copie da vendere. Ma la realtà, per chi scrive, è molto diversa. È fatta di attese, speranze, dubbi, notti insonni e una domanda che ti perseguita ogni giorno: “Ce la farò?”

Con Il Vangelo delle Ombre, il mio secondo romanzo gotico, ho scelto di affidarmi a Bookabook, una piattaforma che permette agli autori di farsi pubblicare attraverso il sostegno diretto dei lettori. Niente scorciatoie. Nessuna raccomandazione. Solo parole che devono convincere, emozionare e colpire al cuore.

Quello che molti non vedono è la dedizione quotidiana che una campagna richiede.
Ogni giorno significa:

  • Creare contenuti nuovi per i social.
  • Rispondere a domande e curiosità dei lettori.
  • Scrivere articoli, fare video, ideare immagini.
  • Tenere aggiornata la pagina del libro.
  • E soprattutto, non perdere mai la fiducia, anche quando i preordini rallentano.

Una corsa contro il tempo… e contro se stessi

L’obiettivo è semplice solo in apparenza: 200 copie per essere pubblicato. Ma non è solo una cifra. È una sfida personale. È mettere alla prova non solo il valore del libro, ma anche il legame con i lettori.

E in questa campagna ho scoperto una verità tanto amara quanto potente: spesso, il sostegno più forte arriva da chi non ti conosce. Da chi ha letto la sinossi, visto un post, ascoltato una frase letta ad alta voce… e ha deciso di crederci.

Questo, per un autore, vale più di mille strette di mano.

Cosa succede dopo le 200 copie?

Il libro verrà pubblicato. La redazione avvierà l’editing. L’opera entrerà in libreria.
Ma la campagna non si ferma. C’è un secondo traguardo: le 250 copie.
E se lo raggiungerò in anticipo, l’editing inizierà prima e il libro arriverà prima tra le vostre mani.

Per questo continuo a chiedere una mano, un gesto semplice: un preordine, oppure una condivisione.
Perché ogni singola voce conta.


Il Vangelo delle Ombre è ancora in campagna su Bookabook.
Mancano meno di 50 copie per il secondo step! Se vuoi aiutarmi:

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IL CARNEFICE DEL SILENZIO
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Manoscritti e follia: quando la scrittura consuma chi scrive


C’è un confine sottile tra l’atto della scrittura e l’ossessione. Tra l’inchiostro e il sangue. Tra chi racconta e chi viene raccontato.

Nei corridoi dell’Archivio Blackwood, questo confine è spesso superato. I diari si scrivono da soli. Le lettere non arrivano mai. E i manoscritti… a volte sussurrano.

Ma questa non è solo finzione gotica. Esistono casi documentati, realmente accaduti, in cui la scrittura ha condotto alla pazzia, al silenzio eterno o a gesti inspiegabili.

Quando la penna scava nell’abisso

Nel 1865, lo scrittore britannico Richard Dadd, autore di poesie e schizzi fiabeschi, fu internato a Bethlem Hospital dopo aver ucciso il padre. Nelle sue lettere dal manicomio, scrisse che “l’inchiostro era la lingua di un altro”. Le sue opere più tarde erano fitte di simboli e calligrafie spezzate, come se il testo tentasse di fuggire da sé stesso.

Altri, come il gallese Reverendo Glynn, scomparso nel 1892, lasciarono dietro di sé centinaia di pagine scritte in una lingua inventata, sepolte sotto assi marce di una chiesa in rovina. L’unica frase tradotta: “Non è Dio che ascolta. È qualcun altro.”

L’ossessione del dettaglio

Molti scrittori, soprattutto nel XIX secolo, credevano che ogni parola possedesse una vibrazione. Alcuni stilavano le proprie opere in più copie, a mano, convinti che la macchina da stampa potesse “contaminare” il significato originale. Altri, come l’enigmatico autore di Il Codex Umbrae (volume mai ufficialmente pubblicato), annotavano le correzioni sulla pelle animale, anziché sulla carta, “per renderle vive”.

Questo tipo di follia ha ispirato anche la mia scrittura. Nei racconti dell’Archivio Blackwood esistono manoscritti che non si possono rileggere, lettere che cambiano testo da sole, preghiere scritte al contrario, e testamenti pieni di parole cancellate con sangue.

Sono simboli. Ma anche avvertimenti.

Chi scrive si consuma

Scrivere significa evocare. Richiamare alla luce qualcosa che non vuole essere visto. E, a volte, ciò che si evoca… guarda indietro.

Nel mondo dell’Archivio Blackwood, i manoscritti non sono semplici oggetti narrativi: sono portali. Mappe del trauma. Tracce della mente che ha osato troppo.

Chi scrive, lascia una parte di sé sulla pagina. Ma attenzione: non sempre si ha il permesso di riprenderla.

Il Vangelo delle Ombre è il nuovo romanzo gotico che prosegue l’indagine nelle ombre.

Un preordine può portare questo libro in tutte le librerie.

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Scrivere per Immagini: Come Nascono le Illustrazioni dell’Archivio


“Alcuni pensieri sono troppo bui per essere detti. Così li disegno.”

Nel cuore dell’Archivio non ci sono solo parole. Ci sono immagini. Ombre fissate su carta, evocazioni visive che sussurrano quello che la scrittura, a volte, non osa dire.
Molti lettori mi chiedono: come nascono queste visioni? Le bambole cucite al contrario, i corridoi pieni di figure appese, le biblioteche coperte di muffa…
Non esistono. Eppure esistono. Eccome se esistono.

Il punto di partenza: una frase interrotta

Spesso tutto nasce da una sola immagine mentale. O meglio, da una frase non detta.
Una scena che non ho inserito nei libri, o che si muove dietro le quinte di un personaggio.
Ad esempio, la “Bambola a Rovescio” nasce da una riflessione su un bambino che non ha mai ricevuto carezze. Così, l’unica cosa che può amare è qualcosa di sbagliato. Una bambola costruita all’inverso. Un errore d’affetto.

La costruzione visiva: atmosfera, simboli, omissione

Quando creo un’immagine, non penso solo a cosa si vede.
Penso a cosa manca.
Il gotico, per me, è arte dell’ellissi. Il dettaglio che non si mostra. L’ombra che sembra guardarti ma non ha volto.
Ecco perché in molte immagini il soggetto è senza volto, girato di spalle, o nascosto. Come Blackwood stesso: sempre presente, eppure sempre sfuggente.

La simbologia: ogni immagine ha un significato nascosto

I cerchi rossi sulle mappe, le pagine che fluttuano nell’aria, i libri non aperti
Nulla è messo a caso. Ogni illustrazione è una stanza dell’Archivio. Ogni stanza ha una chiave.
A volte la chiave è nascosta nel libro. A volte, solo nel tuo sguardo.

Il processo tecnico: tra ispirazione e scelta

Tecnicamente, uso strumenti che mi permettono di descrivere ogni dettaglio: dalla luce fioca di una candela, alla muffa che cola dagli scaffali.
Il prompt iniziale è una frase gotica. Poi correggo, rifinisco, elimino.
Ogni immagine passa almeno tre revisioni prima di essere pubblicata. Deve appartenere all’Archivio. Deve avere il tono giusto. Deve inquietare, non solo piacere.

Un universo che si costruisce con parole e visioni

L’obiettivo è sempre lo stesso: creare un mondo coerente e profondo.
Non immagini casuali, non orrore estetico.
Ma visioni che continuano il racconto.
Anche quando chiudi il libro.


Ti piace questo tipo di viaggio nel buio?
Il mio nuovo romanzo gotico è in crowdfunding su Bookabook. Ho raggiunto l’obbiettivo iniziale… ma puoi ancora farne parte.

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Cosa legge un autore gotico?


I miei 7 libri del cuore (più uno segreto)

Scrivere gotico non significa solo costruire atmosfere, scavare nei silenzi o inseguire ombre. Significa soprattutto nutrirsi di storie che sanno restare addosso, come il freddo di certi corridoi dimenticati. Alcuni libri – lo ammetto – non li ho mai più riletti. Ma continuano a sussurrare nel fondo della mente, ogni volta che inizio una nuova pagina.

Oggi voglio condividere 7 titoli (più uno) che hanno plasmato il mio immaginario, senza spoiler, solo suggestioni.


1. “Il Giro di Vite” – Henry James

Una storia che non dice mai tutto, e per questo inquieta. L’ambiguità è la sua forza: il male è dentro o fuori? Una lezione di tensione psicologica.

2. “Dracula” – Bram Stoker

Non può mancare. Non solo per la figura del vampiro, ma per il modo in cui Stoker intreccia lettere, diari e testimonianze. Una struttura narrativa che ho studiato a fondo.

3. “La casa dei sette abbaini” – Nathaniel Hawthorne

Lento, oscuro, profondo. Una maledizione che attraversa le generazioni e uno stile che scava nella colpa. Gotico americano nella sua forma più letteraria.

4. “Melmoth l’Errante” – Charles Maturin

Un’opera monumentale, labirintica. A tratti faticosa, ma visionaria. Un patto col Male che si trascina nel tempo, come un’ombra che non vuole dissolversi.

5. “Il monaco” – Matthew Lewis

Osceno, morboso, scandaloso per l’epoca. Una discesa negli abissi della fede corrotta e della superstizione. Mi ha ispirato più di una scena nella saga di Blackwood.

6. “I racconti del terrore” – Edgar Allan Poe

Nessun elenco gotico può ignorarlo. Ma più della morte, in Poe mi interessa l’ossessione. L’idea che ogni evento sia, in fondo, una metafora della mente.

7. “Il Nome della Rosa” – Umberto Eco

Sì, non è gotico puro. Ma l’ambientazione del monastero, i libri proibiti, la biblioteca come labirinto sono elementi che ho respirato a lungo. Eco insegna come un contesto storico possa diventare mitico.


E il libro segreto?

Non lo dirò mai. È un’opera minore, trovata per caso in una libreria polverosa a Cambridge. Non è nemmeno tradotta in italiano. Ma un singolo paragrafo di quel testo ha dato vita a un intero capitolo del mio primo romanzo.

Ci sono libri che si leggono.
E altri che ti leggono dentro.


Se anche voi amate le atmosfere gotiche, vi invito a dare un’occhiata al mio ultimo libro:
Il Vangelo delle Ombre, attualmente in campagna su Bookabook.

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Perché sostenere un libro in crowdfunding è un atto magico


Ogni libro nasce due volte.

La prima, nel silenzio di una stanza. È lì che si compone la trama, si scelgono le parole, si scavano i personaggi come se fossero ossa antiche. Ma un manoscritto, per quanto intenso, resta solo una voce chiusa in una bottiglia, finché qualcuno non decide di ascoltarla.

La seconda nascita avviene quando qualcuno – un lettore, un sostenitore, un curioso – sceglie di credere in quella voce. Di pre-ordinare un libro che ancora non esiste, ma che ha già un’anima. Di fidarsi, senza sapere ancora dove lo porterà quella storia.

Ecco perché il crowdfunding editoriale è qualcosa di più di una raccolta fondi. È un patto. Un gesto magico nel senso più puro: una formula che unisce autore e lettore, volontà e carta, immaginazione e realtà.

Sostenere un libro significa dire:

“Questa storia merita di esistere.”

Significa diventare parte della sua nascita.

Significa anche – nel caso de Il Vangelo delle Ombredare voce a chi non l’ha mai avuta: bambini dimenticati, sacerdoti in lotta contro il Male, ispettori logorati dal buio che indagano nei vicoli della Londra del 1888.

In questa campagna, ogni copia pre-ordinata è una lanterna accesa. E oggi, ne mancano meno di 12.


AIUTAMI A ILLUMINARE L’OMBRA

Il Vangelo delle Ombre è in campagna di crowdfunding con Bookabook. Se raggiunge l’obiettivo minimo, verrà pubblicato e distribuito in libreria.

Siamo vicinissimi: mancano meno di 20 copie.
Anche solo condividere il link può fare la differenza.

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Il Viaggiatore e i sogni dei bambini


Archivio Blackwood – Fascicolo 41B, Allegato Sogni Ricorrenti – Dicembre 1888

Nei casi di possessione legati alla figura del Viaggiatore dell’Ombra, è stato segnalato un dettaglio inquietante che si ripete con una coerenza sinistra:
alcuni bambini scomparsi lo avevano sognato prima di sparire.
Altri, liberati in extremis, riportano visioni simili tra loro, come se attingessero a uno stesso pozzo.

Le frasi che ricorrono nelle lettere, nei deliri, nei racconti sono sempre spezzate, incomplete, ma si avverte un’unica voce dietro le parole:


“Cammina sulla notte… e la notte si fa viva.”

“Ha una valigia piena di nomi.”

“Non ha ombra, ma lascia ombre negli occhi.”


Padre Quinn ha raccolto, negli anni, testimonianze di sogni condivisi, tracciando un profilo frammentato dell’entità nota come Viaggiatore.
Nessuna delle vittime riesce a ricordare il volto.
Alcuni lo chiamano “L’Uomo del Tempo Perduto”, altri solo “Lui”.

Sogni e segnali

Nel Vangelo delle Ombre, Edgar Blackwood entra nel cuore di un caso in cui questi sogni diventano chiave e condanna.
Una bambina scrive con grafite rossa il nome “Viaggiatore” su una parete.
Un altro piccolo ripete una filastrocca mai sentita prima.
Una vedova posseduta pronuncia nomi che non dovrebbero esistere.

Ma il punto è uno solo:
Il Viaggiatore li vede prima ancora che lo incontrino.


Una storia che sta per diventare libro

Tutti questi elementi – sogni, bambini scomparsi, lettere non spedite – non sono solo suggestioni. Sono il cuore oscuro del mio nuovo romanzo gotico:
Il Vangelo delle Ombre, ambientato nella Londra del 1888.

Il libro è in campagna di crowdfunding con Bookabook, e siamo a meno di 20 copie dal traguardo.

Se raggiungiamo le 200 copie preordinate, sarà pubblicato, distribuito in libreria, e chi lo ordina lo riceverà per primo.

Se ti va di darmi una mano, anche solo condividendo il link, ecco dove sostenere la campagna:

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DOSSIER N.22 – Il prezzo del sapere


Archivio Blackwood – Documento interno, classificazione VII
Riservato al personale esecutivo e agli agenti con autorizzazione permanente sul Caso Viaggiatore.


Quando l’indagine si fa carne

C’è un momento in cui ogni investigatore dell’occulto si ferma.
Non per paura.
Non per esitazione.
Ma perché comincia a sentire il buio addosso.

Chi cerca risposte nel profondo, prima o poi smette di fare domande: le domande iniziano a fargli male. Diventano ossa spezzate sotto pelle, sussurri che scivolano sotto la porta anche quando è chiusa.
Edgar Blackwood lo ha imparato troppo presto.

Non c’è gloria nel vedere ciò che gli altri negano. Solo conseguenze.


I segni della conoscenza malata

Negli archivi di Scotland Yard esiste un documento apocrifo, mai protocollato, che descrive gli effetti della “Contaminazione da Contatto Oscuro”.
Non si tratta di malattia. Né di psicosi. È un consumo silenzioso dell’identità di chi indaga.

Nei casi più gravi, si parla di:

  • Disconnessione percettiva: confondere passato e presente, sognare ciò che non è accaduto.
  • Memoria retroattiva: ricordare cose mai viste, ma con dettagli coerenti e disturbanti.
  • Contagio empatico: provare emozioni che non appartengono a sé stessi. Dolore di altri. Rabbia altrui.
  • Rottura dello specchio: non riconoscersi più allo specchio, o vederne un riflesso alterato.

Il sapere ha un prezzo, e non sempre si paga con l’oro.


Edgar Blackwood: anatomia di una caduta

Chi ha letto Il Carnefice del Silenzio sa che Blackwood, pur essendo burbero e inflessibile, non è un personaggio “freddo”.
È un uomo consumato.

Pagina dopo pagina, l’indagine lo trasforma.
Non con visioni spettacolari o poteri ultraterreni, ma con una logorante lucidità.
Più si avvicina al cuore del Male, più le cose intorno a lui si sfaldano.
I rapporti, la ragione, la memoria.

Non è il demone a fargli paura.
Ma l’idea di cosa è disposto a perdere pur di sconfiggerlo.


Le domande che restano

Alla fine di ogni indagine rimane una stanza vuota.
Un corpo. Una traccia. Un oggetto impossibile da spiegare.

Ma soprattutto resta un senso di perdita.
Non solo per chi è morto.
Ma per chi è sopravvissuto.

Cosa accade a chi guarda l’abisso, se l’abisso non smette mai di guardarlo?


Il Vangelo delle Ombre – CAMPAGNA CROWDFUNDING

Questo tema – il prezzo del sapere – è centrale anche in Il Vangelo delle Ombre, nuovo capitolo della saga Archivio Blackwood, ambientato nella Londra del 1888.
Tra possessioni, silenzi rituali e bambini dimenticati, la verità non è un premio… è una condanna.

Il libro è attualmente in campagna crowdfunding con Bookabook.
Se raggiungiamo 200 copie pre-ordinate, sarà pubblicato e distribuito in libreria.
Ne mancano meno di 35.

Se ti piacciono i racconti oscuri, gotici, disturbanti, ti chiedo una mano:
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