Ci sono storie che si raccontano tra le righe.
E altre, più oscure, che non vengono mai scritte davvero.
Chi conosce L’Archivio Blackwood sa che ogni caso è molto più di un’indagine: è una discesa nel cuore dell’oscurità, un confronto con i limiti della ragione e la presenza costante dell’invisibile. Ma cosa accade dietro le indagini? Cosa pensa davvero Edgar Blackwood nei momenti in cui nessuno lo osserva?
Ecco dove nasce l’idea del diario segreto dell’Ispettore.
Un taccuino immaginario – eppure fin troppo reale – in cui l’ispettore annota appunti, riflessioni, simboli, lettere mai spedite, deduzioni incomplete. Un vero e proprio dossier privato dell’anima. Non ci sono resoconti ufficiali, né testimonianze da verbale: solo ciò che resta quando cala il silenzio, e la nebbia avvolge anche il pensiero.
Nel diario non si troveranno spiegazioni o rivelazioni dirette. Ma si percepisce l’usura della mente, il peso dei casi irrisolti, l’eco delle voci che tornano a tormentarlo. Ed è proprio questa la forza del progetto: uno spazio narrativo che espande l’universo di Blackwood senza anticipare nulla, ma che dona profondità e intimità a ciò che è già stato raccontato.
Per il momento, queste pagine restano inedite, custodite nell’ombra.
Ma un giorno, forse, saranno parte di qualcosa di più grande.
E allora il lettore potrà entrare davvero nell’abisso con lui.
Con un sigaro tra le dita, e la coscienza più pesante di quanto vorrebbe.
