Quando il gotico diventa eredità


Un nuovo ciclo oscuro tra fede, sangue e redenzione

Ci sono storie che non nascono per essere raccontate subito.
Storie che dormono tra le pieghe della nebbia, nei manoscritti dimenticati, nei nomi che nessuno osa più pronunciare.

Da tempo sentivo il bisogno di allontanarmi, almeno per un momento, dalle nebbie londinesi dell’Archivio Blackwood.
Non per rinnegarle ma per seguire un’altra voce.
Più antica. Più insidiosa.
Una voce che proviene dai Carpazi, dal cuore nero dell’Europa.
E che parla di sangue.

Sto lavorando in silenzio a un nuovo progetto:
una trilogia gotica indipendente, ambientata tra la fine dell’Ottocento e il crollo delle vecchie certezze.
Non è un omaggio a Dracula.
Non è una riscrittura.
È un viaggio nelle origini del mito, e soprattutto nelle conseguenze di ciò che significa toccarlo, sfiorarlo, ereditarlo.

Al centro della trilogia non ci sarà un eroe, ma un uomo che ha visto troppo:
un medico, un razionalista, che assiste a qualcosa che la scienza non può spiegare.
E che da quel momento inizia a cadere — lentamente, consapevolmente — verso l’abisso.

Castelli in rovina, pestilenze, ordini monastici che custodiscono segreti impossibili.
La lotta tra la fede e la carne, tra la redenzione e l’eternità, tra il ricordo e l’oblio.

Tre volumi. Tre città diverse. Un solo filo rosso.
Un sangue antico, che scorre ancora tra le ombre.

Non posso dire altro, non ancora.
Ma se amate i romanzi gotici dove la luce è rara, le ombre hanno memoria, e il male non è mai solo mostruoso ma anche umano…
Forse vi piacerà quello che sta per arrivare.


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Il viaggio nelle tenebre sta per cominciare.
E questa volta, non sarà Londra a salvarvi.