Nei romanzi dell’Archivio Blackwood, Londra non è solo un’ambientazione. Respira, scricchiola, si nasconde tra la nebbia. Ma quanto di quella Londra esiste davvero? E quanto è nato dall’immaginazione?
In questo articolo esploriamo alcuni dei luoghi reali che hanno ispirato le scene più cupe e suggestive dei romanzi. Un viaggio tra storia e finzione, tra pietra e ombra.
Limehouse: tra oppio e segreti
Limehouse è uno dei quartieri più evocativi di Il Vangelo delle Ombre. Le sue stradine costeggiano il Tamigi, segnate da magazzini dismessi e archi in ferro battuto. A fine Ottocento, era un labirinto di bettole, fumerie d’oppio e porti dimenticati. È qui che Blackwood spesso torna, cercando risposte tra nebbia e silenzi.
Oggi, molte delle sue vie sono cambiate, ma l’atmosfera notturna che aleggia tra i mattoni bagnati è ancora palpabile. Basta chiudere gli occhi.
Southwark: sotto i ponti della memoria
Dove il ponte di London Bridge getta la sua ombra, si trova Southwark, antico quartiere di bordelli medievali, taverne malfamate e teatri dimenticati.
È qui che Blackwood scopre, in Le Ombre di Whitechapel, una delle tracce più inquietanti della setta.
Southwark è ancora oggi un luogo ricco di contrasti: tra le rovine di epoca romana e le linee moderne della città contemporanea, il passato sembra voler riemergere a ogni passo.
Clerkenwell: cripte e congreghe
Antico quartiere monastico, sede di priore e ordini cavallereschi, Clerkenwell è perfetto per ambientazioni legate a sette e rituali. Le sue vere catacombe, le cripte sotto la Chiesa di San Giovanni, e i vicoli poco illuminati lo rendono un luogo che sembra fatto apposta per ospitare ciò che non dovrebbe esistere.
Blackwood lo sa: qui, le ombre non si limitano a seguire chi cammina. A volte precedono.
La Londra che invento è reale. Solo un po’ più silenziosa.
Nei miei romanzi non invento mai completamente.
Modifico. Esagero. Inquino.
La Londra dell’Archivio Blackwood è fatta di luoghi che esistono davvero, ma osservati con occhi segnati da ciò che è accaduto. È la città del sospetto, della paura e della ricerca. Una Londra dove ogni strada può diventare una reliquia e ogni vicolo, un passaggio verso l’invisibile.



