Dossier n. 27 – Il fascicolo ricevuto da Monroe

Contenuto parziale de “Il Vangelo delle Ombre” – sezione riservata / lettura guidata

Il silenzio non è una fine. È una consegna.”
– Nota manoscritta all’interno del fascicolo, pagina 1

Premessa (a cura dell’Archivio)

Il fascicolo consegnato al sergente Elias Monroe nel dicembre 1888, poche ore dopo la chiusura del secondo caso Blackwood, resta tuttora l’elemento più enigmatico tra i documenti esaminati.

Non fu recapitato da un agente ufficiale.
Non era firmato.
E soprattutto, riportava come mittente un prete morto da settimane.

Monroe non parlò mai con nessuno del contenuto integrale. Ma nel diario secondario ritrovato successivamente tra i suoi effetti personali (etichettato “Memorie marginali”), comparivano note criptiche, ripetute a distanza di giorni.

Eccone alcune, riportate nella loro forma originale:

Estratti dal diario di Monroe:

Tre cerchi. Due nomi. Un testimone che non sa di esserlo.”

Blackwood deve leggere questo. Ma non ora.”

C’è un simbolo che ritorna. È inciso anche nel palmo del Viaggiatore.”

Quinn aveva ragione. Alcuni rituali non chiudono. Si trasferiscono.”

Contenuto noto del fascicolo (analisi archivistica)

Il fascicolo risultava composto da 5 elementi:

1. Una pagina centrale con un simbolo inciso a secco, raffigurante una croce spezzata in quattro bracci e un occhio rovesciato al centro

2. Una lettera firmata con le iniziali “M.Q.”, su carta ecclesiastica logorata

3. Due trascrizioni rituali in latino e greco liturgico, apparentemente tratte da un manoscritto scomparso del 1600

4. Una pagina strappata da un registro battesimale (parrocchia di Hampstead – nome non identificabile)

5. Una frase finale scritta in grafite, senza firma:

Questo fascicolo è un debito. Pagalo con la tua voce, o con la tua assenza.”

Interpretazioni e ipotesi

Alcuni archivisti (non ufficiali) suggeriscono che il fascicolo sia una prova d’accusa indiretta contro Whitmore, lasciata da Padre Quinn poco prima della sua morte.

Altri ipotizzano invece che Monroe fosse destinato a diventare il prossimo custode, colui che avrebbe dovuto trasmettere l’Archivio in caso di morte di Blackwood.

Qualunque sia la verità, dopo quel giorno Monroe cambiò.
E iniziò a firmare i propri appunti con tre lettere:
EBM.
(Elias Blackwood Monroe?)
Oppure: Eredità – Buio – Memoria?


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Il caso mai consegnato: l’ultima indagine personale di Declan O’Connor

Fascicolo non protocollato – Ritrovato illeggibile nel fondo 3C dell’Archivio Blackwood

Nessuno lo stava cercando.
Nessuno sapeva che esistesse.
Eppure, tra le pagine logore di una cartellina priva di intestazione ufficiale, qualcuno ha finalmente ritrovato l’ultima indagine personale del sergente Declan O’Connor.

Il documento – carbonizzato sui bordi e intriso di muffa – non era mai stato protocollato.
Nessun timbro. Nessuna firma. Nessuna data certa.
Solo una parola, scritta a mano sulla copertina:
Sennock.”

Il frammento recuperato

Riportiamo, per quanto leggibile, uno stralcio trascritto fedelmente:

“Mi sono recato a Sennock dopo il tramonto, senza avvertire l’Ispettore. L’uomo di nome Hargrove aveva parlato di un odore nei boschi. Non di cadavere. Di muffa viva. Di carne che respira sotto terra. Ho trovato la cappella. Non era abbandonata. C’era una candela accesa, e delle catene. Ma soprattutto… una voce che non voleva essere ascoltata.

“Non entrerò di nuovo. E spero che nessuno legga questo. Se non tornerò, non aprite. Sigillate tutto.”

Il foglio termina con una frase incisa a pressione, come se l’inchiostro fosse finito:

Non è un culto. È una pazienza. Qualcosa sta aspettando.”

Cosa c’era a Sennock?

Nessun rapporto ufficiale parla di Sennock.
Non compare nei fascicoli associati ai casi di Whitechapel, né nei verbali firmati da Blackwood.
Eppure, una vecchia mappa dell’Archivio, risalente al 1879, segna proprio in quella zona un monastero demolito dopo un incendio mai chiarito.

Non ci sono nomi, ma tra i disegni ritrovati nel fascicolo si intravedono:

un portone in pietra con una croce rovesciata scolpita al contrario (dal lato interno)

una figura inginocchiata davanti a un altare vuoto

e un simbolo simile a un cerchio tracciato con sette graffi

Ipotesi e silenzi

Secondo l’Archivio, Declan O’Connor non ha mai parlato di questa indagine a Blackwood.
Non c’è traccia di testimonianze, né di trascrizioni ufficiali.
Solo questo dossier, forse scritto di nascosto. Forse mai concluso.

Eppure, chi conosce la fine del sergente sa una cosa:
non è morto impreparato.
Aveva già visto. Aveva già capito.
Qualcosa… lo aveva già trovato prima.

Non sappiamo cosa aspettasse a Sennock.
Ma il fascicolo è ora conservato sotto chiave.
Nel fondo 3C dell’Archivio Blackwood.
E, come da sua richiesta, non verrà più aperto.

Almeno non finché qualcuno non tornerà in quella foresta.
E deciderà di ascoltare la voce che nessuno doveva sentire.

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