Nuova uscita il 9 dicembre con Delos Digital


Un progetto che segna un passo importante nel mio percorso

Il 9 dicembre arriverà un nuovo libro pubblicato da Delos Digital, all’interno della collana “I Coriandoli”.
È un progetto che ho curato con attenzione, pagina dopo pagina, e che rappresenta una tappa significativa del mio lavoro come autore: una fusione tra ricerca, scrittura e identità narrativa, pensata per chi segue da tempo il mio percorso e per chi ama addentrarsi nelle zone d’ombra della mente umana.

Non anticipo nulla del contenuto.
Non c’è trama da scoprire in anticipo, nessun dettaglio rivelato.
Questo annuncio non è un’anteprima della storia, ma l’apertura di una finestra sul lavoro che c’è dietro. Ogni libro, prima ancora di essere letto, è un viaggio creativo fatto di scelte, rinunce, revisioni e intuizioni che arrivano nei momenti meno prevedibili.

Pubblicare con Delos Digital significa inserirsi in un catalogo ricco di voci e di stili, in una casa editrice che valorizza l’identità dell’autore e permette di sperimentare con libertà e precisione. Per me è un traguardo, ma anche un nuovo punto di partenza.

Nei prossimi giorni condividerò cover reveal, curiosità editoriali e retroscena del processo creativo, sempre senza svelare ciò che troverete tra le pagine. Sarà un percorso graduale, pensato per accompagnare i lettori fino al giorno dell’uscita.

Per ora, mi fermo qui: una data, un editore, e l’emozione di ciò che sta per arrivare.


Perché non credo nelle Case Editrici a pagamento


Il mondo editoriale italiano è un territorio complesso, pieno di sfumature e zone grigie. Negli ultimi anni, sempre più autori e autrici che incontro mi raccontano la stessa esperienza: una Casa Editrice risponde entusiasta al manoscritto… ma aggiunge una richiesta economica per procedere. È qui che inizia il mio personale punto di vista, maturato negli anni e con diversi contratti editoriali alle spalle.

Non ho mai avuto pregiudizi verso nessuno, ma ho imparato a riconoscere certe dinamiche. E oggi posso dirlo con serenità: non sono favorevole alle Case Editrici a pagamento.


1. Quando l’autore paga, il rischio sparisce

L’editoria tradizionale funziona così:
la CE investe su un testo perché ci crede.
Se il libro vende, guadagnano entrambi. Se non vende, è l’editore ad assumersi il rischio, non l’autore.

Nelle CE a pagamento, invece, questo principio fondamentale crolla.

L’autore paga per pubblicare, la CE incassa a prescindere, il rischio di mercato non esiste.

E quando non esiste rischio, svanisce anche la vera selezione editoriale. A quel punto, la CE non deve più scegliere il “miglior libro”, ma semplicemente un libro che accetti di finanziare la pubblicazione.


2. Un libro accettato solo perché “paga”

non è un libro creduto davvero

Una CE che seleziona senza rischio d’impresa è una CE che spesso si limita a “prendere tutto”, purché arrivi l’assegno.
La qualità del testo, la storia, lo stile, la struttura… finiscono in secondo piano.

L’autore, però, vive l’esperienza esattamente al contrario:
pensa di essere stato scelto per la qualità.
In realtà, è stato scelto per il preventivo.

Questa è la prima grande illusione che voglio evitare a me stesso e a chi mi segue.


3. Il valore dell’editing professionale

Una CE tradizionale investe tempo, editor, impaginatori, grafici, ufficio stampa.
L’autore non paga per questo: lo riceve perché l’editore ha deciso che il libro lo merita.

Nelle CE a pagamento spesso l’editing è minimo, o inesistente, o venduto come “extra”.
E soprattutto non c’è alcun reale incentivo a farlo bene, perché gli incassi arrivano comunque.


4. La distribuzione non è quella che sembra

Molte CE a pagamento promettono “distribuzione nazionale”.
La realtà?
Spesso significa solo la possibilità di ordinare il libro su richiesta, non la reale presenza in libreria.

Un libro che entra davvero nelle librerie fisiche richiede un lavoro editoriale, promozionale e commerciale che nessuna CE senza rischio d’impresa può sostenere davvero.


5. Il rispetto del lettore e dell’autore

Credo profondamente che il lettore meriti libri selezionati per qualità, non per disponibilità economica dell’autore.
E credo che gli autori meritino un percorso onesto, trasparente, basato sul merito.

Pubblicare deve essere un atto di coraggio, certo.
Ma non dovrebbe mai essere un atto di pagamento.


6. La mia scelta: meritocrazia e professionalità

Negli ultimi mesi ho avuto la fortuna di firmare tre contratti editoriali importanti:

  • Bookabook
  • Saga Edizioni
  • Delos Digital

Ognuna di queste realtà ha scelto i miei testi per valore, non per un preventivo.
Nessuna ha chiesto contributi economici.
Nessuna ha promesso miracoli.
Tutte hanno fatto ciò che un editore serio fa: valutano, selezionano, investono.


In conclusione

Le CE a pagamento non sono “il male”, e non voglio demonizzare nessuno.
Ma non sono un modello in cui credo.
Preferisco un percorso più lento, più difficile, ma basato sul merito:
dove un libro viene scelto perché vale, e non perché l’autore può permettersi di finanziare la pubblicazione.

L’editoria è un’arte, non un tariffario.

E chi scrive merita verità, non illusioni.


Perché credo che l’autopubblicazione sarà sempre più centrale nel panorama editoriale


Negli ultimi anni — e in particolare nell’ultimo — stiamo assistendo a un cambio di paradigma nel mondo dell’editoria italiana. Secondo dati aggiornati al 2024, l’autopubblicazione in Italia ha registrato una crescita del 6-7% rispetto all’anno precedente. Un dato tutt’altro che marginale, che evidenzia una tendenza ormai consolidata: gli autori cercano nuove strade per raccontare le proprie storie, senza più attendere i lunghi tempi, le logiche opache e le dinamiche a volte scoraggianti delle case editrici tradizionali.

Le dinamiche che stanno cambiando

Per molto tempo, pubblicare con una CE era l’unico modo per dare legittimità a un’opera. Ma oggi le cose sono cambiate. Troppe case editrici non offrono più un reale supporto all’autore:

  • Editing superficiale o assente.
  • Distribuzione limitata.
  • Nessun piano promozionale.
  • Nessuna comunicazione costante con l’autore.
  • Nessun investimento concreto nella costruzione di un’identità editoriale.

In molti casi, il libro viene lanciato con una semplice scheda su Amazon o IBS, magari con una copertina poco curata e senza un vero lancio. Spesso, gli stessi autori si ritrovano a dover fare tutto da soli: marketing, social media, contatti con blogger, eventi. Il tutto, senza neppure ricevere percentuali di guadagno dignitose.

L’autopubblicazione come scelta consapevole

Al contrario, l’autopubblicazione offre oggi strumenti sempre più evoluti:

  • Piattaforme come Amazon KDP, StreetLib, Youcanprint permettono una pubblicazione rapida, professionale e autonoma.
  • L’autore mantiene il pieno controllo del proprio libro, dall’impaginazione alla copertina, dai contenuti alle strategie di marketing.
  • È possibile creare una vera identità autoriale, coltivare una community, comunicare direttamente con i lettori e costruire nel tempo un catalogo personale di qualità.

Inoltre, l’autore guadagna di più per ogni copia venduta, e questo lo incentiva a promuovere attivamente il proprio lavoro. Il lettore, dal canto suo, percepisce spesso maggiore autenticità, e apprezza il legame diretto con chi ha scritto il libro.

Il problema delle CE che non valorizzano

Non tutte le CE sono uguali, questo è importante dirlo. Ma molte, purtroppo, funzionano ancora secondo schemi obsoleti, dove l’autore è visto come un “contenitore” da riempire e mettere in catalogo, senza una reale valorizzazione.
Non c’è costruzione di brand attorno al nome dell’autore, non c’è progetto di lungo periodo, e la comunicazione spesso si ferma alla pubblicazione del libro. Il risultato? Libri invisibili, abbandonati a sé stessi dopo pochi mesi.

Verso il futuro: identità, libertà e consapevolezza

Credo che il futuro dell’editoria appartenga a chi ha una visione chiara, e il coraggio di portarla avanti. Che si tratti di autopubblicazione, crowdfunding o nuove forme ibride, il vero valore oggi risiede nella capacità dell’autore di credere nel proprio progetto.

Non si tratta più solo di “essere pubblicati”, ma di costruire qualcosa che abbia un’identità, una voce e una presenza concreta nel mondo.
E chi meglio dell’autore stesso può guidare questo processo?


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