È ufficiale: Le Ombre di Whitechapel sarà pubblicato da Saga Edizioni


Dopo mesi di lavoro, di attese, di nebbie e manoscritti… posso finalmente dirlo:
ho firmato il contratto con Saga Edizioni.

Il mio romanzo gotico Le Ombre di Whitechapel – Il segreto del sangue immortale sarà pubblicato ufficialmente da Saga Edizioni, con un contratto della durata di 5 anni.
Una casa editrice indipendente, attenta alla qualità, al genere, e soprattutto alla voce degli autori.

Cosa significa questo per me

Per me è un passo importante.
Non solo perché si tratta della prima pubblicazione ufficiale fuori dal circuito dell’autoeditoria o crowdfunding, ma anche perché Le Ombre di Whitechapel è il libro che ha dato origine a tutto:
a Blackwood, al suo mondo, alla mia personale discesa tra i vicoli di una Londra del 1888 che non ha mai smesso di parlarmi.

È una storia fatta di sangue, immortalità, segreti sepolti e un certo Ispettore che non sa quando smettere di scavare.

Cosa accadrà adesso

Nelle prossime settimane inizierà il percorso di editing, impaginazione e progettazione della nuova copertina.
Ci sarà una nuova edizione ufficiale, un lancio editoriale completo, e — ve lo anticipo — altre novità in arrivo.

Per chi ha già letto il romanzo in versione self: grazie.
Per chi lo scoprirà adesso: benvenuto nel cuore dell’oscurità.


Seguimi su www.claudiobertolotti83.net per tutte le novità sulla pubblicazione, i prossimi eventi e l’universo dell’Archivio Blackwood.

📘 Instagram: @autoreclaudiobertolotti@archivio_blackwood
📢 Telegram: https://t.me/archivioblackwood
🎥 TikTok: https://www.tiktok.com/@claudio.bertolott8
📬 Substack: https://claudiobertolotti.substack.com


I titoli che ho scartato prima de Il Vangelo delle Ombre


Trovare il titolo giusto per un libro è come cercare il battito del cuore in una stanza buia. Sai che c’è. Ma non basta sentire un rumore. Devi riconoscerlo come quel rumore. Quello giusto. Quello che farà vibrare anche il lettore.

Per Il Vangelo delle Ombre, ho scartato almeno cinque titoli. Alcuni belli. Altri evocativi. Ma nessuno… funzionava davvero.


I titoli scartati (veri)

1. “Il Libro del Vuoto”
Suonava bene. Era cupo, denso, persino un po’ mistico. Ma era anche troppo astratto, troppo filosofico. E il romanzo non è solo vuoto. È pieno. Di sangue. Di ricordi. Di segreti.

2. “La Croce Nascosta”
Un titolo forte, simbolico, quasi biblico. Ma sembrava anticipare troppo. E poi c’era un rischio: sembrava un thriller religioso canonico. Il mio libro è altro.

3. “Il Sermone del Silenzio”
Mi piaceva. Molto. Ma era troppo vicino al titolo del terzo volume: Il Carnefice del Silenzio. Rischiavo confusione.

4. “L’Evangelium Tenebris”
Latinismi. Mi piacciono. Ma non tutti i lettori li amano. E un titolo deve attirare, non intimidire.

5. “Il Canto delle Cripte”
Suona gotico, giusto? Ma anche… fumettistico. E un po’ troppo barocco.


Perché ho scelto Il Vangelo delle Ombre

Alla fine, l’ho capito: serviva un titolo che fosse solenne, ma inquietante. Qualcosa che evocasse:

  • Religione deviata
  • Luce spenta
  • Parola scritta… ma maledetta

E così è nato:
Il Vangelo delle Ombre.
Un titolo che non spiega, ma sussurra. Che non mostra… ma attira dentro.

Scopri la campagna attiva su Bookabook
Il Vangelo delle Ombre è in pre-ordine qui:
https://bookabook.it/libri/il-vangelo-delle-ombre


Cosa deve avere un titolo, per funzionare?

Secondo me, tre cose:

  1. Risuonare con il cuore del libro
    Non basta suonare bene. Deve contenere l’anima.
  2. Farsi ricordare
    Un titolo debole è come una porta anonima. Nessuno la apre.
  3. Accendere una domanda
    “Che cos’è questo vangelo? E perché è delle ombre?”
    Se un titolo genera una domanda, ha già vinto.

Ci sono titoli che sembrano perfetti, ma non sono il tuo. E altri che arrivano piano, come un sussurro dietro la spalla, e capisci che non potrai chiamarlo in nessun altro modo.


📘 IL CARNEFICE DEL SILENZIO
• Ebook: https://amzn.eu/d/hVTFocP
• Cartaceo: https://amzn.eu/d/5Q0778o
🌐 Sito ufficiale: www.claudiobertolotti83.net
📸 Instagram: @autoreclaudiobertolotti – @archivio_blackwood
📬 Substack: https://claudiobertolotti.substack.com
📢 Telegram: https://t.me/archivioblackwood

Glossario proibito dell’Archivio

Parole che non andrebbero pronunciate

Vi sono sillabe che non appartengono a nessuna lingua, eppure da secoli vengono sussurrate tra le crepe della storia. Non parole. Fratture.”
— Dal taccuino di Edgar Blackwood, dicembre 1888

Ci sono parole che nessun rituale dovrebbe contenere. Frasi sussurrate in lingue morte, nomi che non esistono nei registri della Chiesa né nei codici degli antichi. Nell’Archivio Blackwood, certi termini non sono solo suggestioni gotiche: sono chiavi. E, come tutte le chiavi, aprono. O richiudono troppo tardi.

Questo è un glossario incompleto — volutamente. Alcuni nomi sono stati cancellati. Altri sono leggibili solo a lume di candela. Non è una lista di definizioni: è un avvertimento.

1. Ad umbra

Comparsa per la prima volta nel Vangelo delle Ombre, questa parola è apparsa incisa su una lapide spezzata nel cimitero di St. Jude. In latino corrotto, potrebbe significare “coprire d’ombra” o “essere annullati dalla tenebra”. Quando viene pronunciata in certi contesti rituali, il silenzio nella stanza si fa totale. Persino i topi sembrano fermarsi.

2. Lux in Cruore

Luce nel sangue” — incisa su un breviario ritrovato nella canonica di Whitmore. Apparentemente innocua, questa frase è stata letta da un ragazzo posseduto durante il caso Fairweather. Dopo averla pronunciata, perse la vista per 48 ore. Quando la recuperò, parlava in una lingua sconosciuta anche a padre Quinn.

3. Tertium Vocat

Tradotta come “Il Terzo chiama”, è apparsa nel diario liturgico maledetto (intermezzo del secondo romanzo). Si ipotizza che si riferisca a un’entità senza nome, invocata nei rituali interrotti. Nessun sacerdote ha mai trovato un riferimento canonico a questa formula.

4. Requiem Somnium

Tradotta arbitrariamente come “il sogno che uccide”. Frase riportata in uno dei manoscritti rituali bruciati da padre Quinn. Si ipotizza che possa essere una “parola-chiave” capace di innescare visioni o regressioni. È presente su alcune pareti dell’orfanotrofio abbandonato, scritta con una calligrafia infantile e ossessiva.

Nota finale

Questo glossario non serve per comprendere. Serve per riconoscere.
Quando questi termini compaiono, non siamo più nel campo della fede, della logica o dell’indagine. Siamo oltre.

E in quel territorio, anche Edgar Blackwood sa che certe parole — una volta pronunciate — non si possono ritirare.