Non è un semplice prete.
Non è nemmeno l’uomo che tutti si aspettano di incontrare in una chiesa.
Padre Marcus Quinn cammina in equilibrio tra due mondi: quello della fede e quello dell’oscurità. Non si tratta di fede cieca né di dogmi: la sua è una fede vissuta, scorticata, spesso dolorosa. Una fede che si confronta con il Male, non in astratto, ma con ciò che abita gli sguardi perduti, i simboli incisi nella pietra, i silenzi che parlano.
La sua figura si staglia tra nebbie e ombre, con la gravità di chi ha visto troppo, ma ha scelto di non fuggire.
Non ha certezze, ma porta con sé strumenti antichi, parole sussurrate in lingue dimenticate e un coraggio che non grida mai.
Padre Quinn non è solo un personaggio. È un varco.
Un tramite tra ciò che l’uomo può capire e ciò che non osa nemmeno immaginare.
