Dietro le quinte della revisione di Il Vangelo delle Ombre
Scrivere è evocare.
Ma editare… è esorcizzare.
Nel momento in cui un romanzo viene terminato, l’autore si illude che l’opera sia finita. Ma non è che l’inizio. Come uno spirito inquieto appena evocato, il testo grezzo si agita, si contorce, si sporca di ripetizioni, incoerenze, e dettagli non necessari.
È vivo, ma non è ancora “pronto”.
Ecco dove inizia l’arte oscura dell’editing.
Prima fase: L’autopsia
La prima lettura post-stesura dev’essere spietata.
Nel mio caso, mentre rileggo Il Vangelo delle Ombre, evidenzio:
- Ridondanze che spezzano il ritmo.
- Dialoghi che possono essere resi più incisivi o realistici.
- Descrizioni troppo astratte o non abbastanza sensoriali.
- Temi da rafforzare in coerenza con la visione gotica generale.
A questo stadio, non correggo nulla. Mi limito a indagare il cadavere narrativo. Lo studio, lo analizzo. Lascio che mi parli.
Seconda fase: Il bisturi narrativo
Inizia poi il lavoro chirurgico:
- Tagli netti di frasi che non aggiungono tensione.
- Riformulazioni più forti in apertura di capitolo.
- Aggiunta di “tracce sotterranee”, ovvero piccoli indizi disseminati per dare profondità alla trama e anticipare il colpo di scena.
- Correzione di coerenza interna: luoghi, orari, atteggiamenti dei personaggi.
Il mio obiettivo?
Non “abbellire”. Ma togliere il superfluo per lasciar emergere l’essenziale. Come uno scultore che libera la forma nascosta nel marmo.
Terza fase: L’editing è psicologia
Ogni personaggio ha una voce.
L’editor (anche quando coincide con l’autore) deve entrare nella psiche di ciascuno:
- Se Blackwood usa una certa forma di sarcasmo, deve farlo sempre.
- Se Monroe ha un certo ritmo nei dialoghi, va rispettato.
- Se un villain insinua il dubbio, lo fa in ogni scena, anche solo con uno sguardo o una pausa.
L’editing, a questo livello, diventa teatro invisibile.
Quarta fase: La lettura ad alta voce
Il passaggio più potente: leggere tutto a voce alta.
- Se inciampo, c’è un problema di ritmo.
- Se una frase “non suona”, vuol dire che è artificiale.
- Se un paragrafo scorre troppo liscio… forse manca tensione.
Il gotico è ritmo, atmosfera, respiro. E la voce lo rivela.
Conclusione: Perché tutto questo?
Perché un libro, prima di essere pubblicato, deve passare attraverso il fuoco. L’editing non è una correzione: è un rito di purificazione.
Serve a liberare il testo da ciò che non serve, per lasciar brillare ciò che conta davvero: il cuore della storia.
Ora, mentre continuo a revisionare Il Vangelo delle Ombre, so che ogni parola limata, ogni dialogo riscritto, ogni descrizione ripensata…
non è tempo perso.
È parte del patto.
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