Dalla luce alla menzogna: anatomia di un uomo votato all’abisso
Ogni fede, se spinta oltre la soglia del dubbio, può diventare un altare al servizio del Male.”
— Lettera anonima ritrovata tra le carte del Reverendo Whitmore, dicembre 1888
In ogni storia gotica c’è una figura che si erge tra il sacro e il profano, tra la salvezza e la dannazione. Nella saga dell’Archivio Blackwood, questa figura prende un nome preciso: Aldous Whitmore, reverendo della Chiesa anglicana, predicatore brillante, uomo di parola… e infine, artefice del tradimento.
Ma chi è davvero Whitmore?
Un visionario corrotto? Un servo dell’oscurità? O qualcosa di più sottile e inquietante?
Il volto pubblico della redenzione
All’inizio, Whitmore è tutto ciò che ci si aspetterebbe da un pastore d’anime: voce calma, abiti impeccabili, parole misurate. È amato nelle comunità in difficoltà, ascoltato nei salotti dell’aristocrazia, rispettato persino nei corridoi di Scotland Yard.
Nessuno avrebbe potuto immaginare che dietro i suoi sermoni si nascondesse un’ossessione — una che lo legava a riti dimenticati, libri proibiti e antichi giuramenti sussurrati in lingue morte.
La verità sepolta nella giovinezza
Nel secondo volume della saga, Il Vangelo delle Ombre, iniziamo a intuire il passato oscuro del reverendo. Un viaggio missionario in Scozia. Un villaggio abbandonato. Un culto dimenticato dai registri ufficiali. È lì che Whitmore smette di pregare rivolto al cielo… e inizia a cercare risposte altrove.
Gli indizi raccolti da O’Connor, poi completati da Blackwood, mostrano un uomo profondamente trasformato. Non posseduto — no — ma convertito. E il suo Dio, ormai, non è più quello di Londra.
Il tradimento: una scelta lucida
Nel Capitolo 13, Whitmore getta la maschera. Ma il suo tradimento non è un errore. È una liturgia. Una scelta meditata. Offre Blackwood in sacrificio, tenta di aprire un varco tra i mondi, pronuncia parole che nessun essere umano dovrebbe conoscere.
Non c’è follia, solo convinzione.
È questo che lo rende davvero pericoloso.
Un’ombra che non si dissolve
Anche dopo la sua fuga, il reverendo continua a influenzare gli eventi. Lascia simboli, messaggi, visioni. Non è un antagonista che svanisce: è una minaccia persistente, come una ferita infetta che continua a pulsare nel buio.
E il dubbio resta: Whitmore è un servo… o un sacerdote di qualcosa di ancora più antico?
Nell’Archivio Blackwood, pochi tradimenti sono così profondi, e nessuna figura è così ambigua.
Whitmore è la prova vivente che il Male non sempre indossa maschere mostruose.
A volte, predica dalla sacrestia.
Scopri i romanzi:
Le Ombre di Whitechapel
Il Vangelo delle Ombre
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