La fatica di costruire un mondo: la genesi dell’Archivio Blackwood


Ogni storia ha un inizio. Ma costruire un intero mondo… richiede molto di più.

Quando ho iniziato a scrivere Le Ombre di Whitechapel, non avevo ancora idea che stavo posando la prima pietra di qualcosa di più grande. Pensavo si trattasse di un racconto gotico, autoconclusivo, ambientato nella Londra vittoriana. Poi sono arrivati i dettagli: una pergamena scritta in latino, un culto antico, una figura enigmatica col cappotto scuro e il vizio del sigaro. Edgar Blackwood non era solo un personaggio: era una porta d’ingresso.

Un mondo che si espande… a colpi di ostinazione

La fatica di costruire un mondo narrativo non sta solo nella documentazione storica, anche se quella è fondamentale. Sta nel dare coerenza a ogni gesto, ogni parola, ogni ombra. Quando una saga si allarga, devi ricordare cosa è successo nel 1888, cosa accadrà nel 1889, e come ogni piccolo evento si ripercuote su quelli futuri.

Ho creato file, scalette, mappe mentali, cronologie interne  ma spesso sono serviti solo a farmi capire che dovevo reimmaginare tutto da capo. Alcuni personaggi sono stati eliminati, altri sono morti perché così doveva andare. Blackwood ha perso compagni, ha trovato nuovi alleati, e io con lui ho perso e trovato la direzione.

Le idee scartate? Più numerose di quelle pubblicate

Ci sono interi capitoli mai scritti. Titoli accantonati. Idee che sembravano geniali e si sono rivelate vuote. Alcuni nemici non erano abbastanza potenti. Alcuni misteri non abbastanza oscuri. A volte sono stati proprio quei fallimenti a spingermi oltre.

Il Vangelo delle Ombre è nato da uno scarto. Era un frammento, un’idea gettata via… finché non ho deciso di esplorarla fino in fondo. La mia paura più grande si è trasformata nella chiave per raccontare un nuovo orrore, più profondo.

Quando arriva l’intuizione giusta

L’intuizione arriva tardi. A volte nel sonno. A volte mentre stai facendo tutt’altro. La figura del Viaggiatore, per esempio, è nata da un sogno disturbante. E quel sogno è diventato il cuore del secondo volume. Così come il personaggio di Monroe – un alleato nato quasi per caso – ha conquistato un posto fondamentale nella saga.

Blackwood stesso non doveva nemmeno essere protagonista. Ma la sua voce ha preso forza, e io ho dovuto ascoltarla.

Non è solo “scrivere una storia”. È costruire una mitologia

Ogni racconto della saga Archivio Blackwood è parte di qualcosa di più ampio. Una cronologia. Una tensione. Un mondo.
Chi legge i miei libri trova riferimenti, simboli ricorrenti, nomi già uditi. Nulla è lasciato al caso, ma molto viene lasciato nel mistero, come è giusto che sia in una storia gotica.

Londra diventa un personaggio. I suoi vicoli, la sua nebbia, i suoi segreti. E ogni nuova pagina deve rispettare ciò che è stato scritto prima, ma anche osare qualcosa di nuovo.


In conclusione…

Costruire l’Archivio Blackwood è stato (ed è ancora) un lavoro duro. Fatica, ricerca, tagli, riscritture, dubbi. Ma è anche ciò che mi ha reso davvero autore. E ogni volta che un lettore mi scrive per dirmi che ha riconosciuto un simbolo o ha seguito un’indagine pagina dopo pagina… capisco che questa fatica ha senso.

Grazie per essere parte di questo viaggio nell’ombra.
A lume di candela, continueremo a cercare la verità tra le pieghe del Velo.



www.claudiobertolotti83.net

📘 Il Vangelo delle Ombrehttps://bookabook.it/libri/il-vangelo-delle-ombre
📖 Il Culto della Madre – Ed Geinhttps://amzn.eu/d/5RaJTUw


IL CARNEFICE DEL SILENZIO
• Ebook: https://amzn.eu/d/hVTFocP
• Cartaceo: https://amzn.eu/d/5Q0778o
🌐 Sito ufficiale: www.claudiobertolotti83.net
📸 Instagram: @autoreclaudiobertolotti – @archivio_blackwood
📬 Substack: https://claudiobertolotti.substack.com
🎥 TikTok: https://www.tiktok.com/@claudio.bertolott8


I miei personaggi soffrono. Perché devono farlo?


La sofferenza non è un espediente narrativo.
Non è nemmeno una punizione.
È il prezzo da pagare per essere reali.

Nella mia saga L’Archivio Blackwood, ogni personaggio – che sia un detective, un sacerdote, una bambina o un assassino – attraversa il proprio inferno. Non perché io, come autore, voglia condannarli. Ma perché non credo nella salvezza senza l’ombra della caduta.

Declan O’Connor, ad esempio, non è morto per stupire il lettore. È morto perché quella era l’unica strada coerente con la sua storia, con la sua lealtà e con ciò che la sua presenza significava per Blackwood.
E Blackwood stesso non è l’eroe invincibile. È il risultato di ciò che ha perso.


La sofferenza come verità

Viviamo in un’epoca in cui spesso si scrivono personaggi “giusti”, “forti”, “risolti”. Ma io credo che il dolore sia l’unico elemento narrativo in grado di dire la verità.
Quando Elias Monroe sbaglia, quando Padre Quinn vacilla, quando la bambina de Il Vangelo delle Ombre pronuncia parole che non le appartengono… lì, in quei momenti, smettono di essere personaggi. Diventano persone.

La sofferenza li umanizza. Li spezza e li scolpisce.
E se non soffrissero, sarebbero solo funzioni nella trama. Non anime.


Il dolore ha un prezzo. Anche per chi legge.

Chi legge i miei libri lo sa: nessuno è al sicuro.
Non perché io voglia scioccare. Ma perché la vita vera non protegge chi amiamo, e quindi nemmeno la narrativa dovrebbe farlo, se vuole restare sincera.
C’è chi ha pianto per la fine di un personaggio. Chi mi ha scritto di aver rivisto sé stesso in una crisi di fede.
Chi ha sentito che, forse, anche lui stava lottando contro un “Viaggiatore”.

La sofferenza dei miei personaggi è un patto.
Io la scrivo, tu la attraversi. Insieme ne usciamo un po’ più sporchi.
Ma anche un po’ più vivi.


Soffrono. Ma non smettono di cercare la luce.

Questa è l’unica cosa che non tolgo mai.
Una candela, una voce, un simbolo inciso nel legno.
Un gesto piccolo, inutile forse. Ma umano.

Perché se è vero che i miei personaggi soffrono… è altrettanto vero che nessuno di loro accetta di spegnersi completamente.

Ed è in quella resistenza silenziosa che, forse, si trova l’unico spiraglio di salvezza.
Per loro.
E per noi che li leggiamo.


IL CARNEFICE DEL SILENZIO
• Ebook: https://amzn.eu/d/hVTFocP
• Cartaceo: https://amzn.eu/d/5Q0778o
🌐 Sito ufficiale: www.claudiobertolotti83.net
📸 Instagram: @autoreclaudiobertolotti – @archivio_blackwood
📘 Facebook personale: https://www.facebook.com/share/1Czr6gVnaf/
📬 Substack: https://claudiobertolotti.substack.com
📢 Telegram: https://t.me/archivioblackwood
🎥 TikTok: https://www.tiktok.com/@claudio.bertolott8


Dal Saggio al Romanzo: due lingue, una sola voce


Quando ho iniziato a scrivere Il Culto della Madre oltre dieci anni fa, non avrei mai immaginato che sarebbe diventato il mio primo saggio pubblicato. È nato da un’urgenza di verità, da un fascino oscuro che mi ha accompagnato per anni, anche mentre iniziavo a muovere i primi passi nel mondo della narrativa gotica.

Sì, perché il mio primo romanzo l’ho scritto circa 5 anni fa, e da allora non mi sono più fermato. Ma quel saggio, iniziato molto prima, mi ha sempre seguito come un’ombra. E oggi capisco che questi due percorsi — il saggio e il romanzo — non sono così lontani come sembrano.


Il romanzo: evocare

Nella narrativa, il mio compito è evocare. Raccontare senza spiegare tutto, lasciare zone d’ombra, costruire un’atmosfera che dialoga con il lettore a livello emotivo. Un dettaglio descritto al momento giusto può valere più di mille analisi. Posso usare simboli, metafore, sogni, visioni. L’ambiguità è un alleato.

Il lettore, in fondo, è un complice. Legge perché vuole immergersi, perché vuole sentire il respiro di Edgar Blackwood nelle nebbie di Whitechapel o nelle cripte dimenticate di Hollowgate. Non devo convincerlo di nulla, devo solo farlo sentire.


Il saggio: dimostrare

Nel saggio, tutto cambia. Devo essere lucido, preciso, responsabile. Non si tratta più di evocare, ma di dimostrare. Le parole devono avere un peso documentale. Ogni affermazione dev’essere sostenuta da fonti, testimonianze, prove. Non posso lasciarmi andare alla suggestione, ma nemmeno scrivere un freddo resoconto tecnico. Devo raccontare una storia vera… senza tradirla, e senza ingannare il lettore.

È come camminare in equilibrio tra etica e stile.
Tra cronaca e riflessione.
Tra rispetto e narrazione.


Un horror vero fa più paura

Paradossalmente, scrivere un saggio come Il Culto della Madre è stato più disturbante che descrivere rituali occulti o possessioni letterarie. Perché stavolta, tutto ciò che raccontavo è accaduto davvero.

Non c’è metafora. Non c’è filtro gotico.
C’è solo un uomo reale, fragile, disturbato, che ha vissuto con i cadaveri, che ha trasformato la follia in rituale, che ha fatto della madre il proprio culto personale.

Eppure, anche in quel delirio, ho sentito riecheggiare qualcosa dei miei romanzi: lo sguardo interiore, l’ombra come simbolo, il desiderio (fallito) di controllare la morte. Forse è proprio lì il punto di contatto tra il mio stile gotico e il saggio: la necessità di guardare il Male negli occhi, anche quando non possiamo spiegarlo.


Due linguaggi, un’unica voce

Alla fine, scrivere narrativa e scrivere saggistica non sono due mondi separati. Sono due strumenti diversi per raccontare ciò che ci ossessiona. Con uno costruisco mondi. Con l’altro, li decifro.

Ma in entrambi i casi, ciò che muove la mia scrittura è sempre la stessa cosa:
la volontà di scavare nell’oscurità dell’essere umano, senza cercare risposte semplici. Solo domande vere.


Il Culto della Madre – Ed Gein e l’orrore nella mente umana è disponibile qui: https://amzn.eu/d/5RaJTUw


IL CARNEFICE DEL SILENZIO
• Ebook: https://amzn.eu/d/hVTFocP
• Cartaceo: https://amzn.eu/d/5Q0778o
🌐 Sito ufficiale: http://www.claudiobertolotti83.net
📸 Instagram: @autoreclaudiobertolotti – @archivio_blackwood
📘 Facebook personale: https://www.facebook.com/share/1Czr6gVnaf/
📬 Substack: https://claudiobertolotti.substack.com
📢 Telegram: https://t.me/archivioblackwood
🎥 TikTok: https://www.tiktok.com/@claudio.bertolott8


Scrivere per Immagini: Come Nascono le Illustrazioni dell’Archivio


“Alcuni pensieri sono troppo bui per essere detti. Così li disegno.”

Nel cuore dell’Archivio non ci sono solo parole. Ci sono immagini. Ombre fissate su carta, evocazioni visive che sussurrano quello che la scrittura, a volte, non osa dire.
Molti lettori mi chiedono: come nascono queste visioni? Le bambole cucite al contrario, i corridoi pieni di figure appese, le biblioteche coperte di muffa…
Non esistono. Eppure esistono. Eccome se esistono.

Il punto di partenza: una frase interrotta

Spesso tutto nasce da una sola immagine mentale. O meglio, da una frase non detta.
Una scena che non ho inserito nei libri, o che si muove dietro le quinte di un personaggio.
Ad esempio, la “Bambola a Rovescio” nasce da una riflessione su un bambino che non ha mai ricevuto carezze. Così, l’unica cosa che può amare è qualcosa di sbagliato. Una bambola costruita all’inverso. Un errore d’affetto.

La costruzione visiva: atmosfera, simboli, omissione

Quando creo un’immagine, non penso solo a cosa si vede.
Penso a cosa manca.
Il gotico, per me, è arte dell’ellissi. Il dettaglio che non si mostra. L’ombra che sembra guardarti ma non ha volto.
Ecco perché in molte immagini il soggetto è senza volto, girato di spalle, o nascosto. Come Blackwood stesso: sempre presente, eppure sempre sfuggente.

La simbologia: ogni immagine ha un significato nascosto

I cerchi rossi sulle mappe, le pagine che fluttuano nell’aria, i libri non aperti
Nulla è messo a caso. Ogni illustrazione è una stanza dell’Archivio. Ogni stanza ha una chiave.
A volte la chiave è nascosta nel libro. A volte, solo nel tuo sguardo.

Il processo tecnico: tra ispirazione e scelta

Tecnicamente, uso strumenti che mi permettono di descrivere ogni dettaglio: dalla luce fioca di una candela, alla muffa che cola dagli scaffali.
Il prompt iniziale è una frase gotica. Poi correggo, rifinisco, elimino.
Ogni immagine passa almeno tre revisioni prima di essere pubblicata. Deve appartenere all’Archivio. Deve avere il tono giusto. Deve inquietare, non solo piacere.

Un universo che si costruisce con parole e visioni

L’obiettivo è sempre lo stesso: creare un mondo coerente e profondo.
Non immagini casuali, non orrore estetico.
Ma visioni che continuano il racconto.
Anche quando chiudi il libro.


Ti piace questo tipo di viaggio nel buio?
Il mio nuovo romanzo gotico è in crowdfunding su Bookabook. Ho raggiunto l’obbiettivo iniziale… ma puoi ancora farne parte.

Prenota qui la tua copia de Il Vangelo delle Ombre:
https://bookabook.it/libri/il-vangelo-delle-ombre


IL CARNEFICE DEL SILENZIO
Ebook: https://amzn.eu/d/hVTFocP
Cartaceo: https://amzn.eu/d/5Q0778o

🌐 Tutti i libri: www.claudiobertolotti83.net
📸 Instagram: @autoreclaudiobertolotti@archivio_blackwood
📘 Facebook: https://www.facebook.com/share/1BYeWPkQhM/
📬 Substack: https://claudiobertolotti.substack.com
📢 Telegram: https://t.me/archivioblackwood


L’Archivio non dorme mai


Dopo la nuova saga per ragazzi (In Lavorazione)… un nuovo libro gotico in arrivo

C’è un tempo per i giuramenti. Un tempo per i misteri.
E poi, c’è un tempo per tornare indietro.

Nelle ultime settimane ho lavorato (e sto lavorando ancora adesso) con passione a una nuova saga destinata a un pubblico diverso: un viaggio iniziatico, magico e oscuro, pensato per lettori più giovani… ma che non rinuncia alle atmosfere cupe che mi accompagnano da sempre.
Un nuovo mondo è pronto a mostrarsi.

Ma non abbiate timore: L’Archivio Blackwood non è chiuso.

Anzi.
Le sue stanze più antiche si stanno aprendo.
Quelle che nessuno ha mai osato esplorare.

Dopo l’uscita del nuovo romanzo dedicato ai più giovani, torneremo là dove tutto ha avuto inizio.
Ho già creato scaletta e storia di un nuovo volume della saga Archivio Blackwood:
un prequel che ci porterà molto indietro nel tempo,
quando Edgar Blackwood era diverso.
Più giovane. Più impulsivo. Meno disilluso.
E forse… più umano.

Ma c’è di più.
Nel buio che ci attende, una figura familiare tornerà a camminare accanto a lui.
Qualcuno che non avete dimenticato.
Qualcuno che, forse, non ha mai davvero lasciato l’Archivio.

Non posso dirvi altro.
Solo questo: preparatevi a scoprire le origini.
Il primo caso.
L’orrore che ha cambiato tutto.
E la promessa che ancora oggi,
nell’ombra, non è stata spezzata.

Rimanete connessi.
Il prossimo varco si aprirà prima di quanto immaginiate.


Il Carnefice del Silenzio

Il nuovo romanzo gotico della saga Archivio Blackwood Di Claudio Bertolotti

📘 Ebook Amazon: https://amzn.eu/d/hVTFocP
📕 Cartaceo Amazon: https://amzn.eu/d/5Q0778o

📌 Canali ufficiali
🌐 Sito ufficiale: www.claudiobertolotti83.net
📘 Facebook autore: https://www.facebook.com/share/1Av2d6w8gk/
📢 Canale Telegram: https://t.me/archivioblackwood
📰 Substack – Dossier e Note: https://claudiobertolotti.substack.com
📸 Instagram: @autoreclaudiobertolotti – @archivio_blackwood

Per tutti gli altri libri dell’Archivio Blackwood, visita il sito ufficiale.


Dietro la Maschera: Il linguaggio del silenzio

Analisi del significato simbolico della maschera cucita nel romanzo
Il Carnefice del Silenzio

Non gli fu chiesto di parlare. Gli fu chiesto di obbedire.»

La maschera cucita. Un’immagine che ritorna, disturbante, nel cuore del romanzo Il Carnefice del Silenzio. Più che un oggetto, è un marchio. Un messaggio. Una punizione. Ma anche, paradossalmente, un atto di fede.

La bocca sigillata: controllo o penitenza?

Nel culto deviato dell’Arcidiacono Mallory, il silenzio non è solo l’assenza di parole. È dogma. Un fedele che parla rischia di tradire. Di dubitare. Di contaminare. Per questo, la cucitura della maschera non è solo simbolica: è fisica, brutale, irreversibile.
Chi la indossa non è più un individuo. È un contenitore.
Un tramite.

Il Carnefice e la voce negata

Il personaggio del Carnefice incarna pienamente questa idea. Imprigionato, segnato, mascherato: la sua voce è stata cancellata dalla fede. La sua volontà, ridotta in catene. Non si tratta solo di sottomissione, ma di una trasformazione rituale. L’uomo viene svuotato per diventare mezzo del culto, corpo offerto, punizione vivente.

Il silenzio diventa così un linguaggio sacro.
Un linguaggio che urla senza suono.

Il culto e la mistica del silenzio

Nel cuore del culto di Mallory vi è un’idea rovesciata di purezza.
Chi tace è puro.
Chi ascolta è degno.
Chi parla è pericoloso.

Le frasi rituali incise sulle pareti delle cripte — “Verbum tacitum est verbum sanctum” — sono la prova che il silenzio è stato elevato a sacramento. La cucitura della bocca è quindi l’ultimo atto, il più sacro, il più oscuro.

Un simbolo che inquieta… perché ci riguarda

Nel mondo moderno, dove siamo sommersi da parole, immagini, opinioni, il gesto di cucire una bocca colpisce nel profondo.
Non è solo orrore. È specchio.
Cosa siamo disposti a tacere pur di essere accettati?
Quante volte abbiamo scelto il silenzio per paura, per fede, per sfinimento?

Nel Carnefice, quella maschera cucita parla.
E dice molto più di quanto sembri.

Scopri il libro

Il Carnefice del Silenzio – Ebook disponibile su Amazon  https://amzn.eu/d/hVTFocP

Per tutti gli altri libri della saga visita: http://www.claudiobertolotti83.net

Canali ufficiali

Substack – I Dossier di Blackwood: https://claudiobertolotti.substack.com

Canale Telegram: https://t.me/archivioblackwood

Instagram ufficiale: @archivio_blackwood

Profilo autore Instagram: @autoreclaudiobertolotti

Facebook ufficiale autore: https://www.facebook.com/share/19h7mdgqMx/

Declan non dimentica – Il racconto mai scritto (parte 1)

Un frammento perduto dai diari di Blackwood

Mi voltai. Non era una visione. Declan O’Connor era lì.”
Londra, 2 dicembre 1888 – ore 04:12
Bloomsbury, stanza 7

C’è una storia che non è mai stata scritta.
Una notte che non compare in nessun dossier ufficiale.
Un ritorno impossibile, mai raccontato.
Eppure… quella notte, qualcosa è accaduto davvero.

Il frammento

Il fuoco nel camino stava morendo.
Blackwood era seduto in silenzio. Il bicchiere di assenzio ancora intatto.
Una goccia di cera colò lenta dalla candela sul tavolo.
Fu allora che la porta si aprì.

Nessun rumore. Nessun vento. Nessun passo.

Solo la figura di un uomo in controluce.
Cappotto irlandese. Cappello consumato.
E una cicatrice sulla guancia sinistra.

Declan.

Blackwood si alzò di scatto, ma la voce si bloccò in gola.
Il bicchiere si rovesciò. Il liquore verde corse sul legno come sangue antico.

Non ti lascerò da solo, Edgar.»

Declan si avvicinò. Le pupille erano vuote, ma lucide. Vive e morte insieme.
Sul petto, cucito nel tessuto lacerato del cappotto, un simbolo. Quello che nessuno era mai riuscito a decifrare.
Una lingua dimenticata, forse.
Un avvertimento.

Blackwood lo guardò senza parlare.
Declan sorrise.
Poi sussurrò:

Non tutti i morti riposano.»

E svanì.

Annotazione a margine del diario (trovata nel 1903)

Quella notte mi svegliai senza sapere se avessi sognato.
Ma trovai un’impronta sul tappeto bagnata di pioggia.
E Declan non aveva mai sbagliato porta.”

Cosa c’è dietro questo frammento?

La scena fa parte di una serie di episodi alternativi o scarti narrativi che ho scritto per testare la voce di Declan dopo la sua morte.
Non erano previsti. Ma si sono imposti da soli.
Come se lui non volesse essere dimenticato.

La parte 2 sarà rilasciata prossimamente, con un dettaglio inquietante:
una lettera scritta da Declan dopo la sua morte, inviata con timbro autentico da Edimburgo il 4 dicembre 1888.

Vuoi scoprire il destino di Declan nei romanzi ufficiali?

Le Ombre di Whitechapel

Cartaceo:
https://amzn.eu/d/5PwbG4F
eBook:
https://amzn.eu/d/2LfEgE0

Il Vangelo delle Ombre

eBook:
https://amzn.eu/d/5ivhwiU

L’Archivio Blackwood – Volume II: I Racconti

eBook:
https://amzn.eu/d/38BE7RV
Cartaceo B/N:
https://amzn.eu/d/2vNFTUe
Copertina Rigida B/N:
https://amzn.eu/d/fNRG8Sj
Copertina Rigida a Colori:
https://amzn.eu/d/axEH4YU

CANALI UFFICIALI

Sito ufficiale:
https://www.claudiobertolotti83.net

Newsletter Substack (Dossier, estratti, dietro le quinte):
https://claudiobertolotti.substack.com

Instagram – @autoreclaudiobertolotti @archivio_blackwood
  https://www.instagram.com/archivio_blackwood

Facebook  https://www.facebook.com/share/19p3jcon9B/

Telegram – Canale ufficiale dell’Archivio:
https://t.me/archivioblackwood

L’odore del Tamigi all’alba

Appunti di Edgar Blackwood – Limehouse, dicembre 1888

Londra non dorme. Londra trattiene il fiato.»

C’è un’ora precisa, tra le quattro e le cinque del mattino, in cui la città si lascia osservare senza maschera.
La nebbia non è ancora piena. I canti dei mercati non sono ancora cominciati.
E il Tamigi… il Tamigi respira.

Scendo lungo Narrow Street con la giacca umida sulle spalle e l’odore di tabacco ancora nelle dita. Il mio alloggio non è lontano da qui: un edificio stretto e scolorito, incastrato tra due magazzini dismessi. Ma è in questi vicoli che trovo le risposte che gli archivi non osano contenere.

Il primo segnale è l’odore

Non c’è bisogno di vedere il fiume per sapere che ci sei vicino.
È l’odore a trovarmi per primo: ferro e alghe marce, cenere bagnata, muschio incrostato, urina vecchia e sangue. Ma anche qualcosa di più sottile… quasi dolce, come carne sfiancata, come un’offerta rimasta troppo tempo all’aperto.

Mi fermo al solito angolo, dove la ringhiera arrugginita affaccia sulle acque basse. E ascolto.

Non vedi mai tutto, qui. Non il fondo, non la riva opposta, non ciò che galleggia davvero. Ma senti.
Il fiume parla con voci che la terra ha dimenticato. Legni che cigolano. Corde spezzate. Lo scalpiccio delle barche dei pescatori che non ci sono. O forse sì.

E se stai abbastanza fermo…
qualcosa risponde.

Il Tamigi non perdona, ma custodisce

È lì che ho trovato il primo indizio, settimane fa.
Un guanto. Una ciocca. Una reliquia.
Non serve elencare cosa. Solo dire che era stato lasciato, non caduto.
Come se qualcuno volesse che lo trovassi.

Da allora torno qui ogni tre o quattro giorni, sempre all’alba, sempre solo.
Non prendo appunti. Non ne ho bisogno.
Perché ogni odore resta.
E con esso, il sospetto.

Un tempo pensavo che Londra nascondesse i suoi mostri tra i portoni e le ombre.
Ora so che li deposita qui, nel ventre del Tamigi.
E lui li accoglie, silenzioso. Come una madre. Come una tomba.

Non so cosa troverò domani.
Ma so che lo sentirò prima di vederlo.
Perché l’odore del Tamigi all’alba non mente mai.

E chi mente… non dovrebbe mai avvicinarsi a queste acque.

Hai una domanda per l’Archivista? Scrivila nei commenti del blog o sotto ai post ufficiali: ogni giovedì ne selezionerò tre per rispondere nella rubrica “Domande all’Archivista”.

I miei libri

Le Ombre di Whitechapel
Cartaceo: https://amzn.eu/d/5PwbG4F
Ebook: https://amzn.eu/d/2LfEgE0

Il Vangelo delle Ombre
Ebook: https://amzn.eu/d/5ivhwiU

L’Archivio Blackwood – Volume II: I Racconti
Ebook: https://amzn.eu/d/38BE7RV
Cartaceo B/N: https://amzn.eu/d/2vNFTUe
Copertina Rigida B/N: https://amzn.eu/d/fNRG8Sj
Copertina Rigida a Colori: https://amzn.eu/d/axEH4YU

Canali ufficiali

Sito ufficiale: http://www.claudiobertolotti83.net
Instagram: @archivio_blackwood @autoreclaudiobertolotti
Substack Newsletter: claudiobertolotti.substack.com
Canale Telegram: t.me/archivioblackwood
Email autore: autore.claudiobertolotti@gmail.com

Perché Edgar Blackwood non cambia

Il peso del silenzio e la coerenza narrativa nella saga dell’Archivio

Non era questione di evoluzione. Era questione di resistere.”
– Annotazione non datata ritrovata nei fascicoli di Limehouse, dicembre 1888

In un’epoca narrativa in cui l’evoluzione del personaggio è spesso considerata una regola aurea, Edgar Blackwood rappresenta un’eccezione deliberata. Non cede al cambiamento, non segue l’arco classico dell’eroe che “impara dai propri errori”.
Perché?
Perché Blackwood non è nato per cambiare, ma per ricordare. E custodire.

Il trauma come fondamento, non come transizione

Blackwood è un uomo segnato dalla guerra.
La Campagna di Crimea gli ha lasciato molto più di cicatrici fisiche: gli ha insegnato che il male, a volte, non viene punito. Viene solo registrato.
Da allora, egli non cerca redenzione, né perdono. Cerca ordine nel caos, e se necessario, lo impone con la forza.
Questo lo rende scomodo. Imperfetto. Spesso apatico, distante, ossessivo.
Ma reale.

Un’epoca che non perdona la sensibilità

La Londra del 1888 non è terreno fertile per introspezioni e mutamenti interiori. È una città che mastica e sputa chiunque tenti di salvarla.
Blackwood lo sa. E si è adattato.
Non diventando più umano, ma indurendosi al punto da diventare strumento. Uno strumento dell’Archivio.
Un archivista del male.

Una coerenza narrativa voluta

Nella costruzione della saga, la staticità apparente di Blackwood è un pilastro strutturale, non un limite.

Ogni personaggio che gli ruota attorno – Declan, Monroe, Quinn, Moira – rappresenta un movimento: fede, disperazione, lealtà, empatia.
Lui no.
Blackwood è il perno. L’uomo che assorbe, osserva, cataloga.
Non si concede il lusso di cambiare perché il suo ruolo non è evolvere, ma resistere al Male. Anche quando lo guarda negli occhi. Anche quando lo vede dentro di sé.

Un detective dell’occulto… o solo della verità?

Molti lettori si chiedono: Blackwood crede davvero nel soprannaturale?

La risposta è… irrilevante.
Ciò che conta è che agisce. Interviene dove nessuno vuole guardare.
Che si tratti di possessioni o follia, di reliquie o manipolazioni mentali, Blackwood non si chiede “perché?” ma “come lo fermo?”.
E non è forse questa la forma più pura di responsabilità?

In conclusione

Blackwood non cambia perché è costruito per resistere.
Ogni sua risposta fredda. Ogni silenzio. Ogni gesto metodico e imperturbabile è parte di un codice più grande.
Un codice che tiene in piedi l’Archivio.
Un codice che dice:

“Non è necessario comprendere il male. È sufficiente riconoscerlo.”

Hai una domanda sull’Archivio o un personaggio che ti ossessiona?
Scrivila nei commenti del blog o su Instagram: potresti ricevere risposta nel prossimo episodio di Domande all’Archivista.

**

I LIBRI

Le Ombre di Whitechapel
Cartaceo https://amzn.eu/d/5PwbG4F
Ebook https://amzn.eu/d/2LfEgE0

Il Vangelo delle Ombre
Ebook https://amzn.eu/d/5ivhwiU

L’Archivio Blackwood – Volume II: I Racconti
Ebook  https://amzn.eu/d/38BE7RV
Cartaceo B/N https://amzn.eu/d/2vNFTUe
Rigida B/N  https://amzn.eu/d/fNRG8Sj
Rigida a colori  https://amzn.eu/d/axEH4YU

CANALI UFFICIALI

Sito ufficiale autore
http://www.claudiobertolotti83.net

Facebook pagina autore
https://www.facebook.com/share/1GCnWYRfeq/

Instagram autore
@autoreclaudiobertolotti

Instagram Archivio Blackwood
@archivio_blackwood

Telegram – Archivio Blackwood
https://t.me/archivioblackwood

Substack ufficiale
https://claudiobertolotti.substack.com/

Domande all’Archivista – Ogni giovedì su Facebook

A partire da settimana prossima, inauguriamo una nuova rubrica dedicata a voi lettori, curiosi, appassionati e investigatori dell’oscuro: “Domande all’Archivista”.

Ogni giovedì pubblicherò sulla mia pagina Facebook un post dedicato, dove potrete scrivere domande, curiosità, teorie o anche semplici riflessioni sul mondo di Blackwood, sulla Londra vittoriana, sulla scrittura gotica, sui personaggi o su qualsiasi elemento che vi abbia colpito tra le mie opere.

Alcuni esempi:

“Blackwood è ispirato a un personaggio reale?”

“Ci sono documenti autentici dietro i racconti?”

“Qual è stata la scena più difficile da scrivere?”

“Perché quel simbolo appare sempre nei tuoi racconti?”

Ogni settimana sceglierò 3 domande, quelle che più mi colpiranno o stimoleranno una riflessione, e risponderò direttamente sotto al post.

Regole semplici ma importanti:

No offese.

No contenuti volgari o fuori tema.

Chi non rispetta le prime due regole verrà cancellato e bannato.

Sarà un modo per dialogare, approfondire, e magari… scoprire nuovi indizi nascosti tra le pagine.

Appuntamento ogni giovedì su Facebook!

Canali ufficiali

Facebook – Pagina ufficiale
https://www.facebook.com/share/1GCnWYRfeq/

“Il Vangelo delle Ombre”
Ebook: https://amzn.eu/d/5ivhwiU
Cartaceo: https://amzn.eu/d/e4xI9o7

“Le Ombre di Whitechapel”
Ebook: https://amzn.eu/d/2LfEgE0
Cartaceo: https://amzn.eu/d/5PwbG4F

“L’Archivio Blackwood Volume II – I racconti”
Ebook: https://amzn.eu/d/38BE7RV
Cartaceo B/N: https://amzn.eu/d/2vNFTUe
Rigida B/N: https://amzn.eu/d/fNRG8Sj
Rigida a colori: https://amzn.eu/d/axEH4YU

✉️ Newsletter – Blog Substack
https://claudiobertolotti83.substack.com/

Instagram
@autoreclaudiobertolotti @archivio_blackwood

Telegram – Canale ufficiale
https://t.me/archivioblackwood

Sito ufficiale
https://www.claudiobertolotti83.net