Tra documenti reali, casi dimenticati e atmosfere perdute: cosa si cela dietro le pagine?
Ogni romanzo gotico affonda le radici in un terreno più profondo di quanto si possa immaginare. Il Carnefice del Silenzio, terzo volume dell’Archivio Blackwood, non fa eccezione. Alcuni lettori hanno colto i richiami letterari. Altri, forse, hanno intuito qualcosa di più sinistro: le tracce di vicende realmente accadute. O perlomeno, documentate.
Ma da dove nasce Il Carnefice del Silenzio?
La traccia dimenticata di Millburn
Tutto è iniziato con una nota a margine in un vecchio fascicolo d’archivio:
“Nel febbraio 1886, il reverendo Elias V. riporta il caso di un uomo che da tre giorni parla al contrario, come in preda a una messa blasfema.”
Non c’era altro. Nessun nome completo. Nessun referto ufficiale. Solo questo appunto, custodito in una cartella medica del manicomio di Highgate.
Da qui è nata l’idea di un “carnefice del silenzio”: una figura che si nutre delle parole negate, delle voci interrotte, dei nomi spezzati.
Influenze letterarie e iconografiche
Nel romanzo si avvertono echi di:
- Thomas De Quincey, soprattutto nelle descrizioni allucinate della Londra notturna;
- M.R. James, con le sue ombre rituali mai spiegate del tutto;
- La Bibbia apocrifa e le versioni manipolate delle Sacre Scritture usate come oggetti di potere.
Anche alcune fotografie storiche autentiche – pazienti del Bethlem Hospital, immagini di reliquie esorcistiche, disegni di sigilli medievali – sono servite da ispirazione per le scene più disturbanti.
Un nemico che non ha volto
La domanda che si fa strada tra le righe del romanzo è:
e se il Male non fosse un volto… ma un messaggio interrotto?
Ogni figura corrotta che compare ne Il Carnefice del Silenzio è solo un’eco. La vera origine resta nascosta, ed è proprio quella assenza a far paura.
Un silenzio che urla più forte di qualsiasi confessione.
In Conclusione
Scrivere Il Carnefice del Silenzio è stato come scavare in un archivio polveroso che esiste davvero: dentro le biblioteche, ma anche nella memoria. Ogni frase tagliata, ogni nome dimenticato, ogni preghiera pronunciata sottovoce potrebbe diventare la radice di un nuovo orrore.
Forse, non è tutto finito.
Forse, c’è ancora qualcosa che vuole essere raccontato…
Il Carnefice del Silenzio
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