La Stirpe di Hollowgate: come nasce una saga per giovani lettori (senza trattarli da idioti)

Nel cuore dell’Inghilterra vittoriana – tra orfanotrofi anneriti dalla fuliggine e antiche biblioteche che odorano di legno e incantesimi – prende vita La Stirpe di Hollowgate. Ma questa non è una saga fantasy come le altre. E non lo è perché nasce da un presupposto tanto semplice quanto rivoluzionario: i lettori giovani meritano rispetto narrativo.

In un mercato saturo di storie frettolose, battute ironiche a caso e protagonisti semplificati, Hollowgate è costruita come una storia gotica per ragazzi, ma con la stessa cura e profondità di un romanzo adulto.

Un mondo che respira oscurità e meraviglia

L’orfanotrofio Hollowgate è il cuore pulsante della saga. Non un luogo stereotipato, ma un microcosmo vivo, in cui ogni pietra, ogni corridoio, ogni silenzio ha un significato. I bambini che lo abitano non sono pedine. Sono voci, sono traumi, sono desideri che cercano forma nel buio.

Ispirato a Dickens, a Una serie di sfortunati eventi, ma anche a suggestioni gotiche come Il giardino segreto o Il Castello errante di Howl, La Stirpe di Hollowgate mischia mistero, formazione, magia concreta e simbolismo.

Una magia con regole e un costo

Niente bacchette, niente superpoteri casuali. La magia di Hollowgate è fatta di rituali antichi, conoscenze proibite, simboli incisi a mano e un sistema di regole narrativamente coerente. Ma soprattutto: ogni magia ha un costo. Che sia dolore fisico, perdita di memoria o uno squilibrio sensoriale, ogni incantesimo lascia un segno. Questo non solo rende la narrazione più credibile, ma educa anche al valore delle scelte.

Tre protagonisti, un patto segreto

Moira, Elias e Ollie sono i tre protagonisti. Diversissimi tra loro, imparano a fidarsi l’uno dell’altro solo perché costretti dalle circostanze. Non sono eroi perfetti. Sono ragazzi con limiti, rabbia, domande. Ma nel Patto che li unisce si accende qualcosa di raro: il coraggio di affrontare insieme l’ignoto.

Perché scrivere gotico per ragazzi?

Perché il gotico – se ben dosato – aiuta a elaborare il dolore senza chiamarlo per forza “trauma”. Mostra il male come un’ombra da decifrare, non solo da combattere. E lo fa con eleganza, con una lente simbolica.

In La Stirpe di Hollowgate, la paura non è solo mostro o ombra. È anche l’incertezza del futuro, l’abbandono, l’identità perduta. È ciò che ogni adolescente affronta, ma qui narrato con rispetto, poesia e tensione.

La scrittura: accessibile ma letteraria

Ogni scena della saga è costruita con:

  • una lingua fluida ma prosaica;
  • atmosfere sensoriali e gotiche;
  • un ritmo narrativo da romanzo d’avventura, con colpi di scena.

La struttura è pensata per i lettori giovani, ma non viene mai abbassata. Al contrario: si offre loro un ponte verso la grande letteratura, senza appiattire il mistero.


La Stirpe di Hollowgate è la prova che si può scrivere per ragazzi senza filtrarli, senza “proteggerli” da ciò che fa paura, ma guidandoli con una luce tremolante attraverso i cunicoli dell’ignoto. Perché chi legge da giovane un libro così, non lo dimentica più.


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Hollowgate


Una saga gotica per ragazzi tra orfanotrofi, magia e ombre

Nel cuore di un’Inghilterra vittoriana ancora attraversata da nebbie, paure e misteri, nasce una nuova saga gotica pensata per lettori giovani ma curiosi. Hollowgate non è solo un luogo, ma una ferita, un passaggio, una promessa.

Un orfanotrofio abbandonato.
Un’antica biblioteca.
Una serie di segreti sepolti nel tempo.

Questi sono solo alcuni degli elementi che compongono il mondo di Hollowgate… primo volume di una Saga gotica per ragazzi ambientata nello stesso universo narrativo dell’Archivio Blackwood, ma con un tono più accessibile, formativo e avventuroso.

Gotico sì, ma per ragazzi

La sfida è stata proprio questa: mantenere l’atmosfera evocativa del gotico classico — nebbia, candele, antichi simboli, misteri da decifrare — ma con uno stile più fluido, personaggi giovani, relazioni forti e una magia concreta, tangibile… ma non senza conseguenze.

Ogni gesto magico ha un costo. Ogni scoperta porta con sé nuove domande.
Il sistema magico non è puro incanto: è conoscenza, sacrificio, responsabilità.

Tre protagonisti, tre chiavi

Al centro della saga ci sono tre ragazzi molto diversi tra loro, uniti da un legame che va oltre la semplice amicizia: li accomuna una perdita, ma anche una chiamata. Ciascuno di loro possiede un talento speciale e una ferita nascosta.
Il loro viaggio non sarà solo fisico, ma anche interiore.

Non c’è retorica. Non ci sono eroi perfetti.
Ci sono errori, dubbi, paure… ma anche coraggio, intelligenza, desiderio di capire e — soprattutto — di scegliere.

Un mondo narrativo interconnesso

Hollowgate è ambientato negli stessi anni e ambienti dell’Archivio Blackwood, ma può essere letto indipendentemente.
Tuttavia, chi ha già familiarità con i romanzi precedenti potrà cogliere piccoli dettagli, nomi e simboli che gettano ponti sotterranei tra le due saghe.

Un giorno, forse, i fili si incroceranno.


Se ami i libri dove la magia ha un prezzo, le biblioteche nascondono portali, e le amicizie salvano più delle profezie… benvenuto a Hollowgate.


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