Cosa legge un autore gotico?


I miei 7 libri del cuore (più uno segreto)

Scrivere gotico non significa solo costruire atmosfere, scavare nei silenzi o inseguire ombre. Significa soprattutto nutrirsi di storie che sanno restare addosso, come il freddo di certi corridoi dimenticati. Alcuni libri – lo ammetto – non li ho mai più riletti. Ma continuano a sussurrare nel fondo della mente, ogni volta che inizio una nuova pagina.

Oggi voglio condividere 7 titoli (più uno) che hanno plasmato il mio immaginario, senza spoiler, solo suggestioni.


1. “Il Giro di Vite” – Henry James

Una storia che non dice mai tutto, e per questo inquieta. L’ambiguità è la sua forza: il male è dentro o fuori? Una lezione di tensione psicologica.

2. “Dracula” – Bram Stoker

Non può mancare. Non solo per la figura del vampiro, ma per il modo in cui Stoker intreccia lettere, diari e testimonianze. Una struttura narrativa che ho studiato a fondo.

3. “La casa dei sette abbaini” – Nathaniel Hawthorne

Lento, oscuro, profondo. Una maledizione che attraversa le generazioni e uno stile che scava nella colpa. Gotico americano nella sua forma più letteraria.

4. “Melmoth l’Errante” – Charles Maturin

Un’opera monumentale, labirintica. A tratti faticosa, ma visionaria. Un patto col Male che si trascina nel tempo, come un’ombra che non vuole dissolversi.

5. “Il monaco” – Matthew Lewis

Osceno, morboso, scandaloso per l’epoca. Una discesa negli abissi della fede corrotta e della superstizione. Mi ha ispirato più di una scena nella saga di Blackwood.

6. “I racconti del terrore” – Edgar Allan Poe

Nessun elenco gotico può ignorarlo. Ma più della morte, in Poe mi interessa l’ossessione. L’idea che ogni evento sia, in fondo, una metafora della mente.

7. “Il Nome della Rosa” – Umberto Eco

Sì, non è gotico puro. Ma l’ambientazione del monastero, i libri proibiti, la biblioteca come labirinto sono elementi che ho respirato a lungo. Eco insegna come un contesto storico possa diventare mitico.


E il libro segreto?

Non lo dirò mai. È un’opera minore, trovata per caso in una libreria polverosa a Cambridge. Non è nemmeno tradotta in italiano. Ma un singolo paragrafo di quel testo ha dato vita a un intero capitolo del mio primo romanzo.

Ci sono libri che si leggono.
E altri che ti leggono dentro.


Se anche voi amate le atmosfere gotiche, vi invito a dare un’occhiata al mio ultimo libro:
Il Vangelo delle Ombre, attualmente in campagna su Bookabook.

🎯 Mancano meno di 4 copie per arrivare all’obiettivo!
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IL CARNEFICE DEL SILENZIO
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DOSSIER N.22 – Il prezzo del sapere


Archivio Blackwood – Documento interno, classificazione VII
Riservato al personale esecutivo e agli agenti con autorizzazione permanente sul Caso Viaggiatore.


Quando l’indagine si fa carne

C’è un momento in cui ogni investigatore dell’occulto si ferma.
Non per paura.
Non per esitazione.
Ma perché comincia a sentire il buio addosso.

Chi cerca risposte nel profondo, prima o poi smette di fare domande: le domande iniziano a fargli male. Diventano ossa spezzate sotto pelle, sussurri che scivolano sotto la porta anche quando è chiusa.
Edgar Blackwood lo ha imparato troppo presto.

Non c’è gloria nel vedere ciò che gli altri negano. Solo conseguenze.


I segni della conoscenza malata

Negli archivi di Scotland Yard esiste un documento apocrifo, mai protocollato, che descrive gli effetti della “Contaminazione da Contatto Oscuro”.
Non si tratta di malattia. Né di psicosi. È un consumo silenzioso dell’identità di chi indaga.

Nei casi più gravi, si parla di:

  • Disconnessione percettiva: confondere passato e presente, sognare ciò che non è accaduto.
  • Memoria retroattiva: ricordare cose mai viste, ma con dettagli coerenti e disturbanti.
  • Contagio empatico: provare emozioni che non appartengono a sé stessi. Dolore di altri. Rabbia altrui.
  • Rottura dello specchio: non riconoscersi più allo specchio, o vederne un riflesso alterato.

Il sapere ha un prezzo, e non sempre si paga con l’oro.


Edgar Blackwood: anatomia di una caduta

Chi ha letto Il Carnefice del Silenzio sa che Blackwood, pur essendo burbero e inflessibile, non è un personaggio “freddo”.
È un uomo consumato.

Pagina dopo pagina, l’indagine lo trasforma.
Non con visioni spettacolari o poteri ultraterreni, ma con una logorante lucidità.
Più si avvicina al cuore del Male, più le cose intorno a lui si sfaldano.
I rapporti, la ragione, la memoria.

Non è il demone a fargli paura.
Ma l’idea di cosa è disposto a perdere pur di sconfiggerlo.


Le domande che restano

Alla fine di ogni indagine rimane una stanza vuota.
Un corpo. Una traccia. Un oggetto impossibile da spiegare.

Ma soprattutto resta un senso di perdita.
Non solo per chi è morto.
Ma per chi è sopravvissuto.

Cosa accade a chi guarda l’abisso, se l’abisso non smette mai di guardarlo?


Il Vangelo delle Ombre – CAMPAGNA CROWDFUNDING

Questo tema – il prezzo del sapere – è centrale anche in Il Vangelo delle Ombre, nuovo capitolo della saga Archivio Blackwood, ambientato nella Londra del 1888.
Tra possessioni, silenzi rituali e bambini dimenticati, la verità non è un premio… è una condanna.

Il libro è attualmente in campagna crowdfunding con Bookabook.
Se raggiungiamo 200 copie pre-ordinate, sarà pubblicato e distribuito in libreria.
Ne mancano meno di 35.

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La vera Londra dei fantasmi – Luoghi infestati e leggende dimenticate

Londra è una città di pietra e memoria. Ogni vicolo cela un sussurro, ogni palazzo custodisce un’ombra. Ma dietro i mattoni anneriti dalla pioggia e dal tempo, ci sono storie documentate, tramandate da secoli, che ancora oggi fanno rabbrividire anche i più scettici. Ecco alcuni dei luoghi realmente ritenuti infestati nella Londra vittoriana e moderna, dove il confine tra leggenda e cronaca sembra sfumare.

1. 50 Berkeley Square – La casa più infestata di Londra

Situata nel cuore elegante di Mayfair, questa casa fu già nel 1800 teatro di racconti terrificanti. La stanza al secondo piano, in particolare, era evitata perfino dai domestici. Si racconta che chi vi passasse la notte ne uscisse impazzito… o non ne uscisse affatto.
Testimonianze dell’epoca parlano di una presenza che si manifestava con urla disumane e apparizioni deformi.

La casa oggi è sede di un’agenzia antiquaria, ma i racconti non si sono mai spenti.

2. The Ten Bells Pub – Il pub di Jack lo Squartatore

Situato a Spitalfields, è il pub dove diverse vittime dello Squartatore furono viste per l’ultima volta. Oltre alla sua connessione con i delitti, è noto per i fenomeni paranormali segnalati dai gestori: voci nel nulla, oggetti che si muovono da soli, passi sulle scale quando il locale è vuoto.

L’insegna originale è ancora visibile: un invito per appassionati… e spiriti.

3. Il Teatro Drury Lane – Il fantasma dell’attore

Uno dei teatri più antichi di Londra, e anche uno dei più infestati. Da secoli si parla del fantasma di un attore ucciso nel teatro, che appare vestito con un cappotto grigio.
Curiosamente, gli attori considerano la sua apparizione come un presagio di successo.

L’interno barocco e decadente lo rende ancora più suggestivo nelle notti silenziose.

4. Highgate Cemetery – Non solo tombe

Tra statue angeliche e sentieri invasi dall’edera, si aggira una figura alta, con mantello scuro e occhi rossi: il “Vampiro di Highgate”, noto tra gli anni ’70 e ’80, ma la leggenda è ben più antica.
Molti visitatori hanno riferito svenimenti improvvisi, sensazioni di panico e figure che si dissolvono nella nebbia.

Il cimitero è visitabile ancora oggi. Ma evitate i vialetti secondari…

5. Il tunnel di Bethnal Green – Il pianto dei bambini

Durante la Seconda guerra mondiale, un bombardamento provocò la morte di oltre 170 persone nel rifugio sotterraneo di Bethnal Green.
Anche se più recente, i racconti di lamenti e pianti infantili si sono moltiplicati già dagli anni ’50. Il tunnel è oggi chiuso, ma ancora sorvegliato.

Una città costruita su segreti

Passeggiare per Londra è camminare sulla storia… e sulle sue ombre. Questi luoghi sono solo una piccola parte delle leggende che hanno alimentato il folklore inglese. Ma ricordate: ogni storia nasce da qualcosa di vero.

E come direbbe Edgar Blackwood:
“Se l’ombra si allunga… forse è perché qualcosa si è mosso.”

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Case infestate: tra realtà e finzione

Le vere leggende londinesi dietro le ombre dell’Archivio Blackwood

Cosa accade quando la paura prende dimora tra le pareti di una casa?
Quando ogni scricchiolio, ogni ombra, ogni porta che si apre da sola smette di essere un dettaglio architettonico… e diventa un segnale?

Nella Londra vittoriana, la paura delle case infestate non era solo superstizione: era parte della cultura popolare, dei giornali, delle chiacchiere da pub e delle indagini più bizzarre di Scotland Yard. L’Archivio Blackwood affonda le sue radici proprio lì, tra cronache autentiche e suggestioni gotiche.

Berkeley Square 50: il vero incubo vittoriano

La leggenda più celebre è forse quella di Berkeley Square 50, nel cuore di Mayfair.
Una dimora elegante all’esterno, ma che secondo le testimonianze dell’epoca avrebbe causato la morte per terrore di due persone, oltre a innumerevoli fughe notturne di domestici e affittuari. Si parlava di una “presenza” al secondo piano, di urla disumane, e di una stanza proibita.
Fu persino riportata da riviste dell’epoca come Notes and Queries, diventando una vera ossessione per chi studiava il paranormale.

La villa dei Fairweather (dal romanzo Il Vangelo delle Ombre)

Nel secondo volume della saga, Il Vangelo delle Ombre, Edgar Blackwood e Padre Quinn vengono chiamati a indagare in una villa signorile appartenente ai Fairweather, nel quartiere di Kensington.
Tra pareti imponenti, ritratti oscuri e porte che sembrano chiudersi da sole, si manifesta un fenomeno di possessione: una presenza oscura si impossessa della padrona di casa.
Questa scena, pur frutto della finzione, trae ispirazione da vere cronache vittoriane. Nel 1885, una casa a Kensington fu evacuata dopo che sui muri apparvero segni inspiegabili e si verificarono “visioni deliranti” notturne. Alcuni giornali ipotizzarono un’intossicazione da gas, ma la popolazione parlava apertamente di un rito occulto fallito.

I luoghi infestati nei romanzi

Ogni casa presente nell’universo narrativo dell’Archivio Blackwood ha una sua identità.
Non sono solo ambientazioni: sono entità silenziose, capaci di ricordare, giudicare e imprigionare.
La Londra dell’epoca, con i suoi vicoli e le sue architetture gotiche, è la cornice perfetta per rendere credibile l’incredibile. Così, finzione e realtà si intrecciano: un giornale dell’epoca o un processo reale diventano il seme per un racconto inquietante.

Vuoi esplorare queste dimore oscure?

Scopri i luoghi più inquietanti e le case maledette nei due romanzi che hanno dato origine alla saga gotica dell’ispettore Edgar Blackwood.

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