“Alcuni giorni si lasciano raccontare. Altri si nascondono. Questo, invece, ci ha trovato.”
12 dicembre 1888 – Bethnal Green, Londra
Un uomo cammina lungo Cambridge Road. È l’alba. Porta con sé una borsa di pelle consumata e un piccolo mazzo di fiori secchi.
Dice che è per la moglie.
Dice che l’aspetta ogni giorno, da quando è morta nel 1879.
Ma nessuno gli ha mai chiesto nulla.
Nessuno tranne un ragazzo, stamattina, poco dopo le 6:00.
Gli ha chiesto: “Perché lo fai?”
E l’uomo ha risposto:
“Perché oggi è il giorno in cui torna.”
Poi si è voltato verso la cancellata del cimitero.
E ha sorriso.
Il cancello era già aperto.
Ma nessuno aveva le chiavi.
Né il custode. Né il vicario. Né Scotland Yard.
Eppure, il cimitero era aperto dall’interno.
L’uomo? Mai più visto.
La sua borsa? Trovata vicino a una tomba mai registrata.
I fiori secchi? Disposti a forma di croce rovesciata.
Sul retro della lapide c’era incisa una frase:
“Un giorno qualunque, per chi non ascolta.”
Perché ho scritto questo?
Perché i miei romanzi nascono da notti così.
Da appunti scritti su fogli che nessuno ha mai chiesto.
Da storie come questa, che sembrano finte, ma suonano vere.
Oppure sono vere, ma sembrano scritte.
E tu, lettore, che stai leggendo ora,
dimmi:
sei sicuro che oggi sia solo un giorno qualunque?
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