Un progetto che segna un passo importante nel mio percorso
Il 9 dicembre arriverà un nuovo libro pubblicato da Delos Digital, all’interno della collana “I Coriandoli”. È un progetto che ho curato con attenzione, pagina dopo pagina, e che rappresenta una tappa significativa del mio lavoro come autore: una fusione tra ricerca, scrittura e identità narrativa, pensata per chi segue da tempo il mio percorso e per chi ama addentrarsi nelle zone d’ombra della mente umana.
Non anticipo nulla del contenuto. Non c’è trama da scoprire in anticipo, nessun dettaglio rivelato. Questo annuncio non è un’anteprima della storia, ma l’apertura di una finestra sul lavoro che c’è dietro. Ogni libro, prima ancora di essere letto, è un viaggio creativo fatto di scelte, rinunce, revisioni e intuizioni che arrivano nei momenti meno prevedibili.
Pubblicare con Delos Digital significa inserirsi in un catalogo ricco di voci e di stili, in una casa editrice che valorizza l’identità dell’autore e permette di sperimentare con libertà e precisione. Per me è un traguardo, ma anche un nuovo punto di partenza.
Nei prossimi giorni condividerò cover reveal, curiosità editoriali e retroscena del processo creativo, sempre senza svelare ciò che troverete tra le pagine. Sarà un percorso graduale, pensato per accompagnare i lettori fino al giorno dell’uscita.
Per ora, mi fermo qui: una data, un editore, e l’emozione di ciò che sta per arrivare.
Quando si pensa al volto del male nei film horror più iconici, spesso non si sa che dietro quei mostri c’è un nome reale: Ed Gein.
La sua storia — fatta di solitudine, repressione sessuale, culto ossessivo della madre e macabri rituali — ha ispirato alcuni dei personaggi più disturbanti della storia del cinema, trasformandolo in un archetipo del male nascosto dietro volti ordinari.
Norman Bates (Psycho, 1960)
Il primo e più diretto esempio è Norman Bates, protagonista del capolavoro di Alfred Hitchcock. Come Gein, vive isolato con il cadavere imbalsamato della madre, con cui mantiene un dialogo interiore distorto. La “casa su tre livelli” di Psycho richiama la stratificazione mentale: inconscio, conscio e repressione, proprio come nella mente di Ed.
Leatherface (Non aprite quella porta, 1974)
Il personaggio di Leatherface è ispirato all’abitudine di Gein di utilizzare pelle umana per creare maschere e indumenti. Il film, pur spingendosi verso l’eccesso splatter, mantiene l’essenza disturbante di un uomo che ha trasformato il corpo umano in un materiale da lavoro. Il silenzio, la famiglia degenerata e l’ambiente rurale riportano alla Wisconsin di Gein.
Buffalo Bill (Il silenzio degli innocenti, 1991)
In questo caso l’ispirazione è più simbolica. Buffalo Bill scuoia le sue vittime per creare una “seconda pelle” e diventare ciò che desidera. Il tema dell’identità, della pelle come confine tra essere e apparire, ha un legame diretto con Gein e il suo desiderio inconscio di diventare la madre perduta.
L’influenza oltre l’horror
Ed Gein ha lasciato un’impronta anche nella cultura pop, nei fumetti, nei romanzi e persino nei videogiochi. La sua storia ha superato i confini del true crime, diventando un simbolo della paura che nasce dentro casa, in silenzio, senza clamore.
Non era un serial killer classico. Ha ucciso poco, ma ha disturbato profondamente.
E Hollywood ha saputo cogliere quell’abisso e trasformarlo in mito.
Nel mio saggionarrativoIl Culto della Madre – Ed Gein e l’orrore nella mente umana, esploro proprio questi legami tra realtà e rappresentazione, tra cronaca e immaginario. Un viaggio disturbante, ma necessario, per comprendere da dove nascono davvero i mostri.
C’è un luogo, in Italia, dove l’editoria digitale ha saputo raccogliere ciò che molti consideravano disperso: voci fuori dal coro, racconti disturbanti, narrativa di genere che non chiede il permesso. Quel luogo ha un nome che gli appassionati del fantastico conoscono bene: Delos Digital.
Fondata come evoluzione naturale dell’universo narrativo di Delos Books, questa realtà editoriale ha saputo imporsi nel panorama italiano con un’offerta ricca, specializzata e sorprendentemente accessibile. Ebook agili, curati, in grado di spaziare dal thriller al dark fantasy, dall’horror alla fantascienza più visionaria.
Ma la forza di Delos Digital non è solo nella varietà di collane. È nella sua capacità di dare spazio ad autori con una voce forte, spesso spigolosa, a volte scomoda, ma sempre autentica. È l’unica casa editrice, nel suo genere, capace di pubblicare ebook seriali che costruiscono universi narrativi coerenti, come accade con le grandi collane anglosassoni. E di farlo senza snaturare l’identità dell’autore.
Per me, come autore, è un onore annunciare che una delle mie prossime opere vedrà la luce proprio all’interno di questo catalogo. Un libro che si addentra nei meandri più inquieti della mente umana. Ma per ora, non aggiungerò altro. Solo questo: restate sintonizzati.
Nel frattempo, vi invito a esplorare il mondo di Delos Digital: scoprirete antologie visionarie, saggi coraggiosi, racconti che lasciano cicatrici. Non è solo intrattenimento: è una forma di esplorazione del lato oscuro della letteratura.
Dietro le quinte dell’Archivio Blackwood e delle future trilogie
Nel cuore di ogni saga gotica c’è un elemento invisibile, eppure fondamentale: la coerenza dell’universo narrativo. Non basta creare atmosfere cupe, personaggi inquieti o misteri irrisolti. Serve una struttura invisibile ma solida, fatta di regole, riferimenti interni, luoghi ricorrenti e cronologie condivise. Solo così il lettore potrà sentirsi dentro un mondo, non semplicemente davanti a una storia.
L’Archivio Blackwood: un mosaico di oscurità
Nato con Le Ombre di Whitechapel e sviluppato in Il Vangelo delle Ombre e Il Carnefice del Silenzio, l’Archivio Blackwood è molto più di una semplice trilogia. È una rete di indagini, eventi, alleanze e segreti, distribuita su più anni, più casi e più livelli. Ogni volume ha una sua autonomia, ma tutti contribuiscono a un quadro più ampio:
le apparizioni ricorrenti di determinati simboli
le connessioni sotterranee tra personaggi
gli eventi passati che tornano a tormentare il presente
i riferimenti a “dossier”, “documenti interdetti” e “interludi” che ampliano la narrazione
Ogni dettaglio — anche il più piccolo — viene archiviato, etichettato e ripreso al momento giusto. Come in un vero archivio segreto.
Le nuove trilogie: espandere senza contraddirsi
L’universo si espande con nuove linee temporali, nuovi protagonisti, nuove derive del Male. Ma la regola rimane: coerenza totale. Ogni trilogia futura avrà una sua anima — epica, religiosa, medica, folklorica — ma resterà compatibile con l’atmosfera, lo stile e le implicazioni dell’universo Blackwood.
Ad esempio:
Il Sangue… (no spoiler!) esplorerà le origini del mito di Dracula, ma filtrate attraverso lo sguardo di un medico ossessionato, legato a un ordine segreto.
L’Abisso… sarà una spirale temporale in una casa “affamata di tempo”, con apparizioni e cronologie impazzite.
La Muta… tornerà indietro nel tempo per raccontare il primo caso mai affrontato da Edgar Blackwood, e i traumi che lo hanno segnato.
Il dietro le quinte: come si costruisce tutto questo?
Timeline centralizzata: ogni evento è collocato su una mappa temporale principale. Nulla è casuale.
Archivio dei personaggi: ogni figura, anche secondaria, ha una scheda evolutiva. Così può tornare (o scomparire) in modo credibile.
Lessico coerente: certi nomi, certi concetti, certi oggetti ricorrono. Sono le “parole chiave” di un mondo.
Simboli e mitologie originali: come nei miti antichi, il linguaggio del Male (e del Bene) ha codici visivi e rituali precisi. Viene creato a monte, e poi declinato nei romanzi.
Vuoi seguire le prossime uscite, contenuti esclusivi, e bozzetti dal dietro le quinte?
Una saga gotica per ragazzi tra orfanotrofi, magia e ombre
Nel cuore di un’Inghilterra vittoriana ancora attraversata da nebbie, paure e misteri, nasce una nuova saga gotica pensata per lettori giovani ma curiosi. Hollowgate non è solo un luogo, ma una ferita, un passaggio, una promessa.
Un orfanotrofio abbandonato. Un’antica biblioteca. Una serie di segreti sepolti nel tempo.
Questi sono solo alcuni degli elementi che compongono il mondo di Hollowgate… primo volume di una Saga gotica per ragazzi ambientata nello stesso universo narrativo dell’Archivio Blackwood, ma con un tono più accessibile, formativo e avventuroso.
Gotico sì, ma per ragazzi
La sfida è stata proprio questa: mantenere l’atmosfera evocativa del gotico classico — nebbia, candele, antichi simboli, misteri da decifrare — ma con uno stile più fluido, personaggi giovani, relazioni forti e una magia concreta, tangibile… ma non senza conseguenze.
Ogni gesto magico ha un costo. Ogni scoperta porta con sé nuove domande. Il sistema magico non è puro incanto: è conoscenza, sacrificio, responsabilità.
Tre protagonisti, tre chiavi
Al centro della saga ci sono tre ragazzi molto diversi tra loro, uniti da un legame che va oltre la semplice amicizia: li accomuna una perdita, ma anche una chiamata. Ciascuno di loro possiede un talento speciale e una ferita nascosta. Il loro viaggio non sarà solo fisico, ma anche interiore.
Non c’è retorica. Non ci sono eroi perfetti. Ci sono errori, dubbi, paure… ma anche coraggio, intelligenza, desiderio di capire e — soprattutto — di scegliere.
Un mondo narrativo interconnesso
Hollowgate è ambientato negli stessi anni e ambienti dell’Archivio Blackwood, ma può essere letto indipendentemente. Tuttavia, chi ha già familiarità con i romanzi precedenti potrà cogliere piccoli dettagli, nomi e simboli che gettano ponti sotterranei tra le due saghe.
Un giorno, forse, i fili si incroceranno.
Se ami i libri dove la magia ha un prezzo, le biblioteche nascondono portali, e le amicizie salvano più delle profezie… benvenuto a Hollowgate.
Un nuovo ciclo oscuro tra fede, sangue e redenzione
Ci sono storie che non nascono per essere raccontate subito. Storie che dormono tra le pieghe della nebbia, nei manoscritti dimenticati, nei nomi che nessuno osa più pronunciare.
Da tempo sentivo il bisogno di allontanarmi, almeno per un momento, dalle nebbie londinesi dell’Archivio Blackwood. Non per rinnegarle ma per seguire un’altra voce. Più antica. Più insidiosa. Una voce che proviene dai Carpazi, dal cuore nero dell’Europa. E che parla di sangue.
Sto lavorando in silenzio a un nuovo progetto: una trilogia gotica indipendente, ambientata tra la fine dell’Ottocento e il crollo delle vecchie certezze. Non è un omaggio a Dracula. Non è una riscrittura. È un viaggio nelle origini del mito, e soprattutto nelle conseguenze di ciò che significa toccarlo, sfiorarlo, ereditarlo.
Al centro della trilogia non ci sarà un eroe, ma un uomo che ha visto troppo: un medico, un razionalista, che assiste a qualcosa che la scienza non può spiegare. E che da quel momento inizia a cadere — lentamente, consapevolmente — verso l’abisso.
Castelli in rovina, pestilenze, ordini monastici che custodiscono segreti impossibili. La lotta tra la fede e la carne, tra la redenzione e l’eternità, tra il ricordo e l’oblio.
Tre volumi. Tre città diverse. Un solo filo rosso. Un sangue antico, che scorre ancora tra le ombre.
Non posso dire altro, non ancora. Ma se amate i romanzi gotici dove la luce è rara, le ombre hanno memoria, e il male non è mai solo mostruoso ma anche umano… Forse vi piacerà quello che sta per arrivare.
Rimanete sintonizzati sul blog e su Substack. Il viaggio nelle tenebre sta per cominciare. E questa volta, non sarà Londra a salvarvi.
Tra le tante storie oscure che hanno marchiato la memoria collettiva americana, quella di Lizzie Borden resta una delle più enigmatiche, disturbanti e affascinanti. Non solo per l’atrocità del delitto, ma per tutto ciò che si muove attorno al silenzio, alle omissioni, alle reazioni di un’intera società. Un caso di cronaca nera diventato specchio distorto dell’America puritana di fine Ottocento.
Da mesi sto approfondendo le fonti storiche, giornalistiche e psicologiche che ruotano attorno a questa figura, così sospesa tra realtà e mito. Ogni documento che riemerge, ogni fotografia, ogni ritaglio di giornale dell’epoca pare raccontare qualcosa di più profondo di un semplice omicidio: una crepa nel perbenismo di un’intera nazione.
Lizzie Borden fu solo un capro espiatorio? Una vittima di isteria collettiva? O davvero incarnava una forma di ribellione nascosta, tutta al femminile, in un mondo che la voleva silenziosa e devota? Sono domande a cui la storia non ha mai dato una risposta definitiva. Ed è proprio questo a renderla ancora viva.
Non svelerò nulla, per ora. Ma posso dirti che sto lavorando a un nuovo progetto che toccherà proprio questi temi: parricidio, repressione sessuale, moralismo religioso e isteria sociale. Un libro narrativo che non si limita a ricostruire il crimine, ma ne esplora le ombre psicologiche e culturali, restituendo al lettore il clima malato e ambivalente della Fall River del 1892.
Anticipazioni, ritorni e nuove discese nell’oscurità
Scrivere un romanzo gotico non è solo una scelta narrativa. È un rituale, un patto con l’ombra che ti osserva mentre scrivi. Ogni parola è una chiave, ogni libro un varco. Quando ho iniziato Le Ombre di Whitechapel, non immaginavo che mi avrebbe condotto tanto lontano. E ora, con Il Carnefice del Silenzio nelle mani dei lettori e Il Vangelo delle Ombre che ancora brucia come un’incisione nella carne, posso finalmente dirlo: l’Archivio Blackwood non si ferma. Anzi, si espande.
In tanti me lo chiedete: “Cosa verrà dopo?” E oggi voglio iniziare a rispondere.
Un Prequel – La Muta dei Santi
C’è un tempo prima di Whitechapel, prima che l’ispettore Edgar Blackwood diventasse ciò che è oggi. Quel tempo ha un nome: La Muta dei Santi. Un prequel ambientato anni prima, in una Londra ancora più cupa e violenta, in cui ritornerà un personaggio molto amato. Non posso dirvi chi, ma chi ha letto Le Ombre di Whitechapel potrà intuire…
Questa storia affonda nel passato più oscuro di Blackwood, un’indagine proibita che lo segnerà per sempre. Un viaggio nella Londra degli orfanotrofi sconsacrati, delle chiese murate e delle sette che strappano la voce a…
Un Sequel – Dopo Il Carnefice del Silenzio
Ci sono cose che nemmeno il silenzio può seppellire. E se avete letto Il Carnefice del Silenzio, sapete che qualcosa — o qualcuno — è rimasto in sospeso. Il sequel è già in fase di progettazione. Sarà un romanzo più maturo, più doloroso e ancora più inquietante. Un’indagine che porterà Blackwood a uscire dai confini di Londra e a scoprire che il Male non è mai solo in un luogo. A volte è dentro di noi.
Uno Spin-off – L’Ombra di un Altro (non è il titolo del romanzo)
Alcuni personaggi non escono mai davvero di scena. Anzi, sono loro a guardarti, in attesa che tu li riscriva. Sto lavorando a uno spin-off dedicato a un altro personaggio amato dai lettori, che in Il Vangelo delle Ombre ha lasciato un segno profondo. La storia avrà un tono diverso, più personale e malinconico, e mostrerà cosa succede quando l’orrore non viene più investigato, ma subito.
La Stirpe di Hollowgate – Il Patto Perduto
E poi c’è lei. La saga che non vi aspettate, ma che torna all’origine del gotico. La Stirpe di Hollowgate – Il Patto Perduto è il mio progetto parallelo: una saga gotica per ragazzi, ma non per questo meno inquietante. Orfanotrofio, magia, silenzi che diventano mostri, amicizie salvifiche e varchi nascosti dietro i muri. Una storia intensa, malinconica, piena di visioni e simboli, che parlerà ai lettori più giovani… e ricorderà agli adulti quello che avevano dimenticato.
Ogni libro che scrivo è un pezzo di un mosaico. E anche se ogni storia può essere letta da sola, tutto è connesso. Ogni personaggio, ogni simbolo, ogni frase non detta.
L’Archivio Blackwood non è mai stato solo una serie di romanzi. È un mondo. E vi assicuro: abbiamo appena iniziato a sfogliarlo.
Dopo mesi di lavoro, di attese, di nebbie e manoscritti… posso finalmente dirlo: ho firmato il contratto con Saga Edizioni.
Il mio romanzo gotico Le Ombre di Whitechapel – Il segreto del sangue immortale sarà pubblicato ufficialmente da Saga Edizioni, con un contratto della durata di 5 anni. Una casa editrice indipendente, attenta alla qualità, al genere, e soprattutto alla voce degli autori.
Cosa significa questo per me
Per me è un passo importante. Non solo perché si tratta della prima pubblicazione ufficiale fuori dal circuito dell’autoeditoria o crowdfunding, ma anche perché Le Ombre di Whitechapel è il libro che ha dato origine a tutto: a Blackwood, al suo mondo, alla mia personale discesa tra i vicoli di una Londra del 1888 che non ha mai smesso di parlarmi.
È una storia fatta di sangue, immortalità, segreti sepolti e un certo Ispettore che non sa quando smettere di scavare.
Cosa accadrà adesso
Nelle prossime settimane inizierà il percorso di editing, impaginazione e progettazione della nuova copertina. Ci sarà una nuova edizione ufficiale, un lancio editoriale completo, e — ve lo anticipo — altre novità in arrivo.
Per chi ha già letto il romanzo in versione self: grazie. Per chi lo scoprirà adesso: benvenuto nel cuore dell’oscurità.
Seguimi su www.claudiobertolotti83.net per tutte le novità sulla pubblicazione, i prossimi eventi e l’universo dell’Archivio Blackwood.
Non so bene quando ho cominciato a scriverlo. Forse la notte in cui ho sognato una cripta senza ingresso, sepolta sotto una città che nessuna mappa osa disegnare. O forse è stato quando ho letto, su un vecchio quaderno ingiallito, i nomi dei bambini che nessuno ricordava di aver mai battezzato.
C’è qualcosa di diverso, questa volta. Non un semplice caso. Non una reliquia. Ma una fame.
Una fame che attraversa i secoli, che muta forma e indossa abiti nuovi, ma resta sempre lì. Pronta a nutrirsi del bisogno umano più antico: credere in qualcosa. Qualcosa di più grande, di più puro. Di più terribile.
Un nuovo capitolo dell’Archivio Blackwood sta per essere scritto.
Le carte sono già state messe sul tavolo. Gli occhi di Edgar Blackwood hanno già letto troppo. E chi gli cammina accanto – vivo o morto che sia – sa che questa volta nessuno sarà risparmiato.
Le domande non riguardano più solo l’assassino. Ora riguardano ciò che stiamo invocando da generazioni, senza nemmeno saperlo.
Preparatevi. Un nuovo caso. Un nuovo abisso. E questa volta… l’Archivio potrebbe non riuscire a chiuderlo.