Delos Digital – Una fucina di storie oscure e originali


C’è un luogo, in Italia, dove l’editoria digitale ha saputo raccogliere ciò che molti consideravano disperso: voci fuori dal coro, racconti disturbanti, narrativa di genere che non chiede il permesso. Quel luogo ha un nome che gli appassionati del fantastico conoscono bene: Delos Digital.

Fondata come evoluzione naturale dell’universo narrativo di Delos Books, questa realtà editoriale ha saputo imporsi nel panorama italiano con un’offerta ricca, specializzata e sorprendentemente accessibile. Ebook agili, curati, in grado di spaziare dal thriller al dark fantasy, dall’horror alla fantascienza più visionaria.

Ma la forza di Delos Digital non è solo nella varietà di collane. È nella sua capacità di dare spazio ad autori con una voce forte, spesso spigolosa, a volte scomoda, ma sempre autentica. È l’unica casa editrice, nel suo genere, capace di pubblicare ebook seriali che costruiscono universi narrativi coerenti, come accade con le grandi collane anglosassoni. E di farlo senza snaturare l’identità dell’autore.

Per me, come autore, è un onore annunciare che una delle mie prossime opere vedrà la luce proprio all’interno di questo catalogo. Un libro che si addentra nei meandri più inquieti della mente umana. Ma per ora, non aggiungerò altro. Solo questo: restate sintonizzati.

Nel frattempo, vi invito a esplorare il mondo di Delos Digital: scoprirete antologie visionarie, saggi coraggiosi, racconti che lasciano cicatrici. Non è solo intrattenimento: è una forma di esplorazione del lato oscuro della letteratura.


A breve, altre novità oscure.

La mente è pronta. La storia è già in agguato.


Mondi narrativi condivisi: come nasce un universo gotico coerente?


Dietro le quinte dell’Archivio Blackwood e delle future trilogie

Nel cuore di ogni saga gotica c’è un elemento invisibile, eppure fondamentale: la coerenza dell’universo narrativo.
Non basta creare atmosfere cupe, personaggi inquieti o misteri irrisolti. Serve una struttura invisibile ma solida, fatta di regole, riferimenti interni, luoghi ricorrenti e cronologie condivise.
Solo così il lettore potrà sentirsi dentro un mondo, non semplicemente davanti a una storia.

L’Archivio Blackwood: un mosaico di oscurità

Nato con Le Ombre di Whitechapel e sviluppato in Il Vangelo delle Ombre e Il Carnefice del Silenzio, l’Archivio Blackwood è molto più di una semplice trilogia.
È una rete di indagini, eventi, alleanze e segreti, distribuita su più anni, più casi e più livelli.
Ogni volume ha una sua autonomia, ma tutti contribuiscono a un quadro più ampio:

  • le apparizioni ricorrenti di determinati simboli
  • le connessioni sotterranee tra personaggi
  • gli eventi passati che tornano a tormentare il presente
  • i riferimenti a “dossier”, “documenti interdetti” e “interludi” che ampliano la narrazione

Ogni dettaglio — anche il più piccolo — viene archiviato, etichettato e ripreso al momento giusto.
Come in un vero archivio segreto.

Le nuove trilogie: espandere senza contraddirsi

L’universo si espande con nuove linee temporali, nuovi protagonisti, nuove derive del Male.
Ma la regola rimane: coerenza totale.
Ogni trilogia futura avrà una sua anima — epica, religiosa, medica, folklorica — ma resterà compatibile con l’atmosfera, lo stile e le implicazioni dell’universo Blackwood.

Ad esempio:

  • Il Sangue… (no spoiler!) esplorerà le origini del mito di Dracula, ma filtrate attraverso lo sguardo di un medico ossessionato, legato a un ordine segreto.
  • L’Abisso… sarà una spirale temporale in una casa “affamata di tempo”, con apparizioni e cronologie impazzite.
  • La Muta… tornerà indietro nel tempo per raccontare il primo caso mai affrontato da Edgar Blackwood, e i traumi che lo hanno segnato.

Il dietro le quinte: come si costruisce tutto questo?

  • Timeline centralizzata: ogni evento è collocato su una mappa temporale principale. Nulla è casuale.
  • Archivio dei personaggi: ogni figura, anche secondaria, ha una scheda evolutiva. Così può tornare (o scomparire) in modo credibile.
  • Lessico coerente: certi nomi, certi concetti, certi oggetti ricorrono. Sono le “parole chiave” di un mondo.
  • Simboli e mitologie originali: come nei miti antichi, il linguaggio del Male (e del Bene) ha codici visivi e rituali precisi. Viene creato a monte, e poi declinato nei romanzi.

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Hollowgate


Una saga gotica per ragazzi tra orfanotrofi, magia e ombre

Nel cuore di un’Inghilterra vittoriana ancora attraversata da nebbie, paure e misteri, nasce una nuova saga gotica pensata per lettori giovani ma curiosi. Hollowgate non è solo un luogo, ma una ferita, un passaggio, una promessa.

Un orfanotrofio abbandonato.
Un’antica biblioteca.
Una serie di segreti sepolti nel tempo.

Questi sono solo alcuni degli elementi che compongono il mondo di Hollowgate… primo volume di una Saga gotica per ragazzi ambientata nello stesso universo narrativo dell’Archivio Blackwood, ma con un tono più accessibile, formativo e avventuroso.

Gotico sì, ma per ragazzi

La sfida è stata proprio questa: mantenere l’atmosfera evocativa del gotico classico — nebbia, candele, antichi simboli, misteri da decifrare — ma con uno stile più fluido, personaggi giovani, relazioni forti e una magia concreta, tangibile… ma non senza conseguenze.

Ogni gesto magico ha un costo. Ogni scoperta porta con sé nuove domande.
Il sistema magico non è puro incanto: è conoscenza, sacrificio, responsabilità.

Tre protagonisti, tre chiavi

Al centro della saga ci sono tre ragazzi molto diversi tra loro, uniti da un legame che va oltre la semplice amicizia: li accomuna una perdita, ma anche una chiamata. Ciascuno di loro possiede un talento speciale e una ferita nascosta.
Il loro viaggio non sarà solo fisico, ma anche interiore.

Non c’è retorica. Non ci sono eroi perfetti.
Ci sono errori, dubbi, paure… ma anche coraggio, intelligenza, desiderio di capire e — soprattutto — di scegliere.

Un mondo narrativo interconnesso

Hollowgate è ambientato negli stessi anni e ambienti dell’Archivio Blackwood, ma può essere letto indipendentemente.
Tuttavia, chi ha già familiarità con i romanzi precedenti potrà cogliere piccoli dettagli, nomi e simboli che gettano ponti sotterranei tra le due saghe.

Un giorno, forse, i fili si incroceranno.


Se ami i libri dove la magia ha un prezzo, le biblioteche nascondono portali, e le amicizie salvano più delle profezie… benvenuto a Hollowgate.


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Un giorno nel 1888


Storia vera o invenzione? La rubrica che insinua dubbi nella nebbia

La rubrica “Un giorno nel 1888” nasce da una domanda semplice ma potente: e se ti raccontassi un fatto oscuro realmente accaduto… senza dirti se è vero o falso?

In una Londra vittoriana avvolta da fumo, pioggia e superstizione, le cronache nere erano spesso più inquietanti della narrativa. Negli archivi si nascondono notizie di bambini scomparsi, bare riesumate, sonnambuli incatenati, volti senza nome riemersi dal Tamigi. Episodi accaduti in realtà… oppure no?

Ed è proprio qui che si inserisce il cuore di questa rubrica: giocare sul confine.


Una realtà più inquietante della fantasia

Nell’autunno del 1888, la città era già piegata dal terrore per gli omicidi dello Squartatore. Ma parallelamente, i giornali riportavano storie incredibili:

  • Un becchino colto a parlare con un teschio.
  • Un ospedale che bruciò dall’interno, senza segni d’incendio esterno.
  • Un bambino ritrovato vivo in una bara da riesumazione.

Molti di questi casi sono documentati, altri sono leggenda urbana, tramandata nei sobborghi più poveri. Ma in un tempo dove la cronaca si mescolava facilmente alla superstizione, cosa può dirsi davvero falso?


Come nascono gli episodi

Ogni episodio della rubrica viene costruito partendo da:

  1. Un fatto reale (tratto da giornali, atti, diari o processi dell’epoca).
  2. Un dettaglio anomalo che rimane inspiegato nei documenti.
  3. Un innesto narrativo che lo rende ancora più inquietante, lasciando il dubbio se sia autentico o manipolato.

Il testo viene scritto in stile evocativo e gotico, volutamente ambiguo. Alla fine, viene sempre posta la domanda: “È vero o falso?”

Questo coinvolge il lettore, stimolando curiosità, interazione e ricerca personale.


Perché il 1888?

Perché è l’anno chiave della saga di Edgar Blackwood. È l’anno dello Squartatore, certo, ma anche del declino di molte illusioni vittoriane:

  • Crolla la fiducia cieca nella scienza.
  • La città esplode di contraddizioni sociali.
  • E il Male assume volti sempre più quotidiani.

“Un giorno nel 1888” non è solo una rubrica: è un progetto narrativo trasversale, che alimenta l’universo dell’Archivio Blackwood e prepara il terreno per nuovi casi, nuovi indizi e nuovi incubi.


Prossimi episodi

La rubrica continua ogni settimana sui social. A volte saranno veri, a volte falsi, a volte… semplicemente dimenticati dalla storia.

Hai già letto gli episodi precedenti? Scoprili e prova a indovinare:

👉 Archivio completo – clicca qui


Vuoi proporre una storia?
Se hai trovato un fatto oscuro dell’epoca vittoriana (o anche italiana) che merita di essere trasformato in un episodio, scrivimi nei commenti o su Facebook. Potrebbe diventare il prossimo mistero pubblicato.


“La storia è fatta di ciò che viene ricordato… ma i suoi echi più oscuri abitano ciò che è stato dimenticato.”


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Lizzie Borden – Parricidio, isteria e moralismo americano


Tra le tante storie oscure che hanno marchiato la memoria collettiva americana, quella di Lizzie Borden resta una delle più enigmatiche, disturbanti e affascinanti. Non solo per l’atrocità del delitto, ma per tutto ciò che si muove attorno al silenzio, alle omissioni, alle reazioni di un’intera società.
Un caso di cronaca nera diventato specchio distorto dell’America puritana di fine Ottocento.

Da mesi sto approfondendo le fonti storiche, giornalistiche e psicologiche che ruotano attorno a questa figura, così sospesa tra realtà e mito. Ogni documento che riemerge, ogni fotografia, ogni ritaglio di giornale dell’epoca pare raccontare qualcosa di più profondo di un semplice omicidio: una crepa nel perbenismo di un’intera nazione.

Lizzie Borden fu solo un capro espiatorio? Una vittima di isteria collettiva? O davvero incarnava una forma di ribellione nascosta, tutta al femminile, in un mondo che la voleva silenziosa e devota?
Sono domande a cui la storia non ha mai dato una risposta definitiva. Ed è proprio questo a renderla ancora viva.

Non svelerò nulla, per ora. Ma posso dirti che sto lavorando a un nuovo progetto che toccherà proprio questi temi: parricidio, repressione sessuale, moralismo religioso e isteria sociale.
Un libro narrativo che non si limita a ricostruire il crimine, ma ne esplora le ombre psicologiche e culturali, restituendo al lettore il clima malato e ambivalente della Fall River del 1892.

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Il Futuro dell’Archivio Blackwood


Anticipazioni, ritorni e nuove discese nell’oscurità

Scrivere un romanzo gotico non è solo una scelta narrativa. È un rituale, un patto con l’ombra che ti osserva mentre scrivi. Ogni parola è una chiave, ogni libro un varco. Quando ho iniziato Le Ombre di Whitechapel, non immaginavo che mi avrebbe condotto tanto lontano. E ora, con Il Carnefice del Silenzio nelle mani dei lettori e Il Vangelo delle Ombre che ancora brucia come un’incisione nella carne, posso finalmente dirlo: l’Archivio Blackwood non si ferma. Anzi, si espande.

In tanti me lo chiedete: “Cosa verrà dopo?”
E oggi voglio iniziare a rispondere.


Un Prequel – La Muta dei Santi

C’è un tempo prima di Whitechapel, prima che l’ispettore Edgar Blackwood diventasse ciò che è oggi. Quel tempo ha un nome: La Muta dei Santi.
Un prequel ambientato anni prima, in una Londra ancora più cupa e violenta, in cui ritornerà un personaggio molto amato. Non posso dirvi chi, ma chi ha letto Le Ombre di Whitechapel potrà intuire…

Questa storia affonda nel passato più oscuro di Blackwood, un’indagine proibita che lo segnerà per sempre. Un viaggio nella Londra degli orfanotrofi sconsacrati, delle chiese murate e delle sette che strappano la voce a…


Un Sequel – Dopo Il Carnefice del Silenzio

Ci sono cose che nemmeno il silenzio può seppellire. E se avete letto Il Carnefice del Silenzio, sapete che qualcosa — o qualcuno — è rimasto in sospeso.
Il sequel è già in fase di progettazione. Sarà un romanzo più maturo, più doloroso e ancora più inquietante. Un’indagine che porterà Blackwood a uscire dai confini di Londra e a scoprire che il Male non è mai solo in un luogo. A volte è dentro di noi.


Uno Spin-off – L’Ombra di un Altro (non è il titolo del romanzo)

Alcuni personaggi non escono mai davvero di scena. Anzi, sono loro a guardarti, in attesa che tu li riscriva.
Sto lavorando a uno spin-off dedicato a un altro personaggio amato dai lettori, che in Il Vangelo delle Ombre  ha lasciato un segno profondo. La storia avrà un tono diverso, più personale e malinconico, e mostrerà cosa succede quando l’orrore non viene più investigato, ma subito.


La Stirpe di Hollowgate – Il Patto Perduto

E poi c’è lei. La saga che non vi aspettate, ma che torna all’origine del gotico.
La Stirpe di Hollowgate – Il Patto Perduto è il mio progetto parallelo: una saga gotica per ragazzi, ma non per questo meno inquietante.
Orfanotrofio, magia, silenzi che diventano mostri, amicizie salvifiche e varchi nascosti dietro i muri.
Una storia intensa, malinconica, piena di visioni e simboli, che parlerà ai lettori più giovani… e ricorderà agli adulti quello che avevano dimenticato.


Ogni libro che scrivo è un pezzo di un mosaico. E anche se ogni storia può essere letta da sola, tutto è connesso. Ogni personaggio, ogni simbolo, ogni frase non detta.

L’Archivio Blackwood non è mai stato solo una serie di romanzi.
È un mondo.
E vi assicuro: abbiamo appena iniziato a sfogliarlo.

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Edgar Blackwood: l’uomo, l’ispettore, il tormento


Ritratto psicologico del protagonista

Non è un eroe. Non è nemmeno un detective come gli altri.

Edgar Blackwood fuma sigari economici, si aggira tra i vicoli di Londra come un’ombra e, quando parla, pesa ogni parola come se potesse farla crollare addosso a chi lo ascolta. Dietro la divisa da ispettore, però, si nasconde un uomo che ha perso molto. Troppo.

Nato in una famiglia umile della periferia est di Londra, Blackwood ha conosciuto presto il silenzio: quello di una madre scomparsa troppo giovane e di un padre piegato dal lavoro e dalla solitudine. Cresciuto tra i muri umidi delle case popolari e i sussurri delle prime bande criminali, ha sviluppato fin da ragazzo un’ossessione per l’ordine — non quello imposto dalla legge, ma quello che esiste solo nei fascicoli ben chiusi, nei misteri risolti, nei nomi archiviati.

Il silenzio come rifugio

Blackwood non è un uomo di molte parole. Il silenzio è il suo strumento, ma anche la sua corazza. A volte, però, il silenzio si fa gabbia. Gli incubi che lo tormentano non hanno suoni, ma immagini: stanze vuote, volti perduti, sangue che scorre tra le pagine. Ogni caso lo cambia. Ogni rituale, ogni reliquia, ogni possessione lascia un segno.

Ne Il Vangelo delle Ombre, assistiamo a una lenta ma inesorabile frattura interiore: ciò che Blackwood vede e affronta inizia a scavare nella sua razionalità. Dubita della giustizia. Dubita della verità. Ma soprattutto, comincia a dubitare di sé stesso.

L’uomo oltre l’ispettore

Blackwood è un uomo spezzato, ma non distrutto. Non cerca gloria, né redenzione. Cerca solo di impedire che altri cadano dove lui ha visto l’abisso. La sua relazione con figure come Moira, Declan O’Connor o padre Quinn non è mai lineare: sono specchi frantumati in cui rivede ciò che ha perso, ciò che teme, ciò che non osa confessare.

Eppure, proprio perché rotto, Blackwood è autentico. I suoi silenzi parlano più di mille pagine. I suoi gesti — il modo in cui apre un fascicolo, il modo in cui osserva una scena del crimine, il modo in cui si volta al rumore di una candela che si spegne — raccontano il dolore, il peso della memoria e la sua ultima ossessione: fermare il Viaggiatore.


Se leggete i suoi dossier, fate attenzione: non troverete solo orrori. Troverete l’uomo che li ha attraversati. E non sempre ne è uscito vivo.


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È ufficiale: Le Ombre di Whitechapel sarà pubblicato da Saga Edizioni


Dopo mesi di lavoro, di attese, di nebbie e manoscritti… posso finalmente dirlo:
ho firmato il contratto con Saga Edizioni.

Il mio romanzo gotico Le Ombre di Whitechapel – Il segreto del sangue immortale sarà pubblicato ufficialmente da Saga Edizioni, con un contratto della durata di 5 anni.
Una casa editrice indipendente, attenta alla qualità, al genere, e soprattutto alla voce degli autori.

Cosa significa questo per me

Per me è un passo importante.
Non solo perché si tratta della prima pubblicazione ufficiale fuori dal circuito dell’autoeditoria o crowdfunding, ma anche perché Le Ombre di Whitechapel è il libro che ha dato origine a tutto:
a Blackwood, al suo mondo, alla mia personale discesa tra i vicoli di una Londra del 1888 che non ha mai smesso di parlarmi.

È una storia fatta di sangue, immortalità, segreti sepolti e un certo Ispettore che non sa quando smettere di scavare.

Cosa accadrà adesso

Nelle prossime settimane inizierà il percorso di editing, impaginazione e progettazione della nuova copertina.
Ci sarà una nuova edizione ufficiale, un lancio editoriale completo, e — ve lo anticipo — altre novità in arrivo.

Per chi ha già letto il romanzo in versione self: grazie.
Per chi lo scoprirà adesso: benvenuto nel cuore dell’oscurità.


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Dietro le quinte de “Il Carnefice del Silenzio”

Un diario narrativo senza spoiler sull’opera più oscura dell’Archivio Blackwood

C’è un momento, per ogni scrittore, in cui l’oscurità prende il sopravvento. Il Carnefice del Silenzio, terzo volume dell’Archivio Blackwood, nasce proprio da quel momento. Non è solo un nuovo caso per l’ispettore Edgar Blackwood, ma una discesa nelle pieghe più profonde dell’anima umana, dove la verità si confonde con la fede e il Male assume forme che non hanno bisogno del sovrannaturale per terrorizzare.

Un romanzo lungo, stratificato e cupo

A differenza dei due volumi precedenti, Il Carnefice del Silenzio è il capitolo più vasto e ambizioso dell’intera saga. Con oltre 400 pagine cartacee, si presenta come un vero e proprio romanzo investigativo gotico, articolato, denso di riflessioni e ricco di sottotracce. Ogni scena è costruita per immergere il lettore in un’atmosfera di opprimente tensione e mistero, dove ogni dettaglio ha un significato nascosto.

Il tema centrale: credere per paura

L’indagine ruota attorno a una serie di omicidi ispirati a rituali religiosi dimenticati. Ma il vero mistero è più sottile: cosa ci spinge a credere? Cosa ci porta a seguire cieche verità, anche quando sfiorano la follia? Blackwood si troverà a indagare non solo su un assassino, ma sull’essenza stessa della necessità umana di avere fede, anche in ciò che distrugge.

Luoghi dimenticati e simboli inquietanti

Monasteri abbandonati, archivi ecclesiastici, cripte, orfanotrofi dismessi… ogni location è un tassello di un mosaico che unisce decadenza storica e orrore rituale. L’atmosfera è quella di una Londra livida e muta, dove ogni passo di Blackwood riecheggia come l’ultimo.

Un assassino senza volto… o troppi?

Il nemico questa volta è ambiguo, sfuggente. È un uomo? Una setta? O un’idea? Il dubbio è costante, e il lettore – come l’ispettore – non potrà fidarsi di nessuno.

Il Carnefice del Silenzio è in corso di scrittura. Ma un consiglio: non lasciatevi ingannare dal silenzio.
A volte è lì che il Male sussurra più forte.

Scopri gli altri volumi della saga:

Le Ombre di Whitechapel – Il segreto del sangue immortale
Cartaceo https://amzn.eu/d/5PwbG4F
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Il Vangelo delle Ombre
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