Il diario liturgico maledetto

Frasi che non sono state scritte per essere lette

Tra i documenti più disturbanti mai raccolti nell’Archivio Blackwood, ve n’è uno che non compare in nessun registro ufficiale.
È noto solo come “il diario liturgico maledetto”, un testo frammentario, corroso, ritrovato nel fondo di una cappella sconsacrata nei pressi di Clerkenwell.
Non reca autore, data, né titolo. Solo pagine sparse, molte delle quali scritte a mano, a volte da mani diverse.
Alcune righe sembrano preghiere, altre ordini, altre ancora deliri.

Ma tutte hanno una cosa in comune:
non sono fatte per essere lette.
Chi ha provato a trascriverle, racconta sogni spezzati, perdita di memoria, o improvvisi attacchi di panico.
Eppure, una selezione è stata decifrata. Ecco alcuni frammenti.


Frammento I – Folio XVII

Non omnia verba sunt nata.
Quaedam descendunt.”
(Non tutte le parole nascono. Alcune… discendono.)

Nota d’archivio:
Questa frase compare anche incisa su una parete nel monastero abbandonato di St. Wulfstan.
Il concetto di “eco sacra” ricorre nei rituali di inversione. Non si prega per fede, ma per evocare memoria liturgica.


Frammento III – Folio XXXVIII

Non omnis silentium est absentia.
Sunt scripta quae non scribuntur,
et verba quae nascuntur in ossibus, non in voce.”
(Non ogni silenzio è assenza.
Ci sono scritti che non vengono scritti,
e parole che nascono nelle ossa, non nella voce.)

Nota d’archivio:
Considerato uno dei passaggi più inquietanti. Rilevato anche da Padre Quinn, che rifiutò di continuare la lettura.
Il testo suggerisce l’idea che esistano messaggi biologici, trasmessi attraverso il corpo, non la lingua.


Frammento IV – Folio XLII (parzialmente bruciato)

…e quando si aprirà la terza bocca,
non udrai parole.
Ma ti mancherà il fiato.”

Nota d’archivio:
Rituale legato alla liturgia del “terzo sigillo”? L’espressione “terza bocca” potrebbe riferirsi a un’entità evocata o a un passaggio interiore.
Alcuni leggono il verso come una metafora del trauma.


Frammento V – Non classificato (scritto in rosso)

Quello che chiami ‘perdono’
è solo una forma del silenzio rituale.”

Nota d’archivio:
Ultima frase presente nel diario. Scritta con inchiostro rosso molto denso, forse sangue.
Il concetto di “perdono deformato” ricorre in Il Vangelo delle Ombre e anticipa i rituali corrotti descritti nei documenti esorcistici di padre Marcus Quinn.

Il diario liturgico maledetto non è mai stato tradotto per intero.
Alcune pagine sono considerate pericolose. Altre… non leggibili. Non perché mancanti, ma perché resistono alla lettura.
Ogni parola è un invito.
O un avvertimento.

Chi lo legge, sa che non può più tornare indietro.

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