Nel cuore di Londra, lontano dai fasti della City e dalle nebbie opprimenti di Whitechapel, Clerkenwell rappresentava nel 1888 un mondo a sé. Ed è proprio qui che si apre Il Vangelo delle Ombre: in una zona che, pur non toccata direttamente dalle lame dello Squartatore, trasudava mistero, tensione sociale e un fermento inquieto che si adattava perfettamente all’incipit della storia.
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Un quartiere in bilico tra passato e futuro
Clerkenwell, nella seconda metà dell’Ottocento, era un quartiere di forti contrasti. Un tempo sede di monasteri e ordini religiosi, era divenuto nel tempo un centro artigianale e operaio, pullulante di:
orefici e orologiai
tipografi
piccole botteghe meccaniche
pub e taverne frequentate da lavoratori e radicali
Accanto alle viuzze strette e alle case addossate si stagliavano ancora i resti delle costruzioni monastiche, come l’ex priorato dell’Ordine di San Giovanni, le cui cripte medievali sembravano nascondere segreti dimenticati.
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Una fucina di idee e rivoluzioni
Ma Clerkenwell non era solo nebbia e officine: era anche un centro di agitazione politica. Qui si erano insediati:
socialisti europei in esilio
intellettuali radicali
stampatori clandestini
Non era raro, nel 1888, sentire discussioni in lingue straniere tra i vicoli o assistere a volantinaggi notturni seguiti da rapide fughe. Le ombre, a Clerkenwell, non erano soltanto quelle della sera, ma anche quelle dell’ideologia e della paura.
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La vita quotidiana: odori, rumori e atmosfera
Chi camminava per Clerkenwell Green o attraversava Rosebery Avenue nel tardo pomeriggio veniva investito da un miscuglio pungente di:
fumo di carbone
olio meccanico
pane appena sfornato
sudore operaio
I pub erano pieni già dal tramonto, i cavalli lasciavano escrementi sulle pietre consumate, e gli strilloni urlavano notizie di crimini, cospirazioni e apparizioni inquietanti.
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Nel romanzo: il confine tra realtà e ombra
È in questa Londra minore, meno raccontata ma carica di tensione, che prende forma la prima scena de Il Vangelo delle Ombre. Un corpo senza nome. Simboli incisi nella terra. E il passo pesante dell’ispettore Blackwood che attraversa un quartiere ancora immerso nel silenzio dell’alba.
La scelta di ambientare l’inizio proprio a Clerkenwell non è casuale: è un omaggio a un quartiere sospeso tra il reale e il metafisico, dove tutto sembra possibile e niente è mai come appare.
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