Il silenzio del gas – Come si viveva (e si moriva) nella Londra del 1888

Ogni sera, le strade si accendevano… ma la luce bastava solo a far sembrare più profonde le ombre.”

Nella Londra del 1888, l’illuminazione pubblica era affidata ai lampioni a gas.
Una luce calda, tremolante, troppo debole per vincere davvero la nebbia, ma sufficiente a creare ombre mobili, sagome indistinte, illusioni pericolose.

Le notti erano cupe.
Chi lavorava nelle taverne, nei magazzini o nelle fabbriche rientrava a casa con il terrore addosso.
Non era solo la paura dello Squartatore o del crimine.
Era la paura dell’ignoto, del “qualcosa” che si poteva nascondere appena fuori dal cono di luce, al bordo della strada, dietro la nebbia.

In Le Ombre di Whitechapel, questo scenario diventa atmosfera costante: la città non dorme, ma nemmeno veglia del tutto.
E il confine tra realtà e incubo diventa più sottile a ogni passo.

I lampioni a gas non erano affidabili.
Il vento li spegneva. I tubi perdevano.
A volte esplodevano.
E in certe zone, come Whitechapel, molti vicoli restavano immersi nel buio per giorni.

La prossima volta che leggerai una scena ambientata tra i vicoli di Le Ombre di Whitechapel, ricorda:
non servono mostri per provare paura.
Basta un lampione spento, una strada deserta… e qualcuno che ti segue in silenzio.

Lascia un commento